Gela. In sei anni, dal 2003 al 2008, sono quasi 230 i piccoli nati malformati in città. Un dato che tocca il livello di 46,7/10000. La percentuale è emersa durante il congresso regionale della Società scientifica pediatrica tenutosi a Modica.
Conclusioni confermate, però, anche nel periodo successivo.
Si tratta di numeri che supereano la media dei registri italiani e di quello europeo. L’84,8% è rappresentato da ipospadie che non cessano di preoccupare gli esperti. Non mancano, però, le cardiopatie. I due terzi delle diagnosi riguardano la pervietà del dotto arterioso e difetti interventricolari.
“Il caso Gela – spiega il pediatra Antonio Rinciani che ha preso parte al congresso di Modica – ha costituito un riferimento da valutare e approfondire sul fronte della malformazioni neonatali. Il dottor Francesco Guglielmo, coordinatore regionale della Società scientifica, si è fatto carico di portare questi dati direttamente all’attenzione del direttivo nazionale e degli esperti della Società italiana di Pediatria”.
La parola, durante il dibattito, è stata presa da due mamme di piccoli nati malformati che hanno lanciato un appello davanti agli esperti riuniti. Le donne, insieme ad altre che hanno dovuto affrontare le malformazioni dei loro piccoli, hanno scelto di aderire alla fondazione Vitaora, fondata dallo stesso Rinciani insieme ad altri professionisti della città.
Industria e malformazioni in città, quindi, non smettono di far scattare l’allarme rosso dei principali esperti siciliani e italiani del settore. I dati sono stati illustrati, inoltre, dal primario del Vittorio Emanuele Rosario Caci e dalla pediatra Angela Averna.