Piano per colpire un dirigente ministeriale, derubricata accusa tentato omicidio: gelese condannato a cinque anni

I magistrati della procura romana e i carabinieri collegarono quanto accaduto a un piano più articolato

16 dicembre 2025 21:06
Piano per colpire un dirigente ministeriale, derubricata accusa tentato omicidio: gelese condannato a cinque anni -
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Roma. A conclusione del giudizio abbreviato, è arrivata la condanna a cinque anni e quattro mesi di reclusione per il cinquantacinquenne gelese, residente in provincia di Viterbo, Giancarlo Santagati. E' venuta meno la contestazione iniziale di tentato omicidio, derubricata dal giudice del tribunale di Roma. Per i pm capitolini, Santagati agì su commissione, aggredendo a bastonate il dirigente ministeriale Vittorio Rapisarda. Lo attese al suo rientro nell'abitazione, a pochi passi da piazza di Spagna. Poi, indossando abiti da lavoro, lo colpì anche alla testa. Per l'accusa, voleva uccidere. Il giudice ha però derubricato in lesioni gravi. E' stata riconosciuta inoltre la rapina aggravata. Santagati si allontanò portando via il borsone che Rapisarda aveva con sé. I magistrati della procura romana e i carabinieri collegarono quanto accaduto a un piano più articolato. Ritengono infatti che il gelese abbia agito su richiesta di Daniele Moretti, sessantatreenne, a sua volta nella struttura ministeriale nella quale era collocato Rapisarda, presso il ministero delle infrastrutture e dei trasporti. Tra Moretti e il dirigente ministeriale pare ci fossero state incomprensioni sul piano lavorativo e il sessantatreenne avrebbe voluto colpire il suo superiore. I contatti tra Santagati e Moretti vennero monitorati e tracciati. Già si conoscevano, vivendo peraltro nello stesso comune in provincia di Viterbo, Vetralla. Santagati, difeso dal legale Paolo Delle Monache, ha optato per il rito abbreviato, a seguito del giudizio immediato richiesto e ottenuto dalla procura. Moretti invece non ha scelto riti alternativi e affronterà il giudizio in dibattimento. Sia Santagati sia il presunto mandante sono ristretti per questi fatti. A Moretti (con il legale Federico Scognamiglio) viene addebitata pure la ricettazione: durante le perquisizioni, furono trovati circa ottantamila euro nella sua auto, oltre ad altre somme nell'abitazione.

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