Gela. Dopo un procedimento civile, durato dieci anni tra primo e secondo grado, arriva la conferma del risarcimento che l’Azienda ospedaliera e l’Asp dovranno versare alla famiglia di un’adolescente. Subì un grave danno alla nascita, con un braccio che le venne praticamente lesionato. Oggi, non può usarlo a causa di un errore che è stato imputato all’ostetrica in servizio all’ospedale Vittorio Emanuele. Decisiva si è rivelata la documentazione medica prodotta dal legale della famiglia, l’avvocato Riccardo Lana. Attraverso una serie di perizie e verifiche tecniche, i giudici del tribunale di Gela e quelli della Corte d’appello di Caltanissetta hanno disposto un risarcimento da 350 mila euro. I legali dell’Asp, dopo il verdetto di primo grado, hanno impugnato la decisione. Come chiesto dal legale della famiglia, però, la decisione favorevole è stata confermata.
I magistrati nisseni di secondo grado hanno inoltre imposto all’ostetrica l’obbligo di mallevare l’Asp, ossia un pagamento per il danno causato che viene imposto alla dipendente a parziale ristoro dell’Azienda sanitaria provinciale. La famiglia dell’adolescente ha sempre ritenuto che dietro a quanto accadutole ci sia stato un errore sanitario, che inevitabilmente pesa sulla sua vita quotidiana.