Gela. L’eventuale perdita di crude oil in mare non ha danneggiato gli interessi dell’ente comunale e, quindi, la costituzione in giudizio del legale di fiducia è stata respinta. Lo ha deciso il giudice Domenico Stilo nel corso del dibattimento aperto a carico di due operatori di raffineria Eni: si tratta di Salvatore Lo Sardo e Gianfranco Carvelli chiamati a rispondere del presunto trasudamento d’idrocarburi da un tratto della linea P2.
La costituzione di parte civile dell’ente comunale era stata preannunciata dall’avvocato Giuseppe Fiorenza.
Durante l’udienza svoltasi a palazzo di giustizia, sono stati sentiti due responsabili dell’area della fabbrica dove ricade la linea finita al centro dei controlli. Entrambi hanno confermato che il trasudamento dalla condotta venne segnalato alle autorità competenti e ai gruppi d’intervento per impedire qualsiasi conseguenza.
“Ricordo – ha spiegato uno dei testimoni – che la segnalazione ci giunse direttamente dall’equipaggio del gruppo Eureco incaricato di monitorare l’area. Provvedemmo, comunque, all’aspirazione della linea e informai l’ingegnere Lo Sardo”.
Il presunto incidente si sarebbe verificato nel settembre di cinque anni fa. E’ stato il pubblico ministero Tiziana Di Pietro a chiedere spiegazioni ai testi sentiti in aula. Gli imputati sono difesi dagli avvocati Gualtiero Cataldo e Alvaro Riolo.