Gela. Seppur le direttive prevedano l’ipotesi di un’eventuale celebrazione di udienze, con imputati detenuti, va comunque verso il rinvio anche il giudizio fissato per venerdì, in Corte d’assise d’appello a Caltanissetta. La difesa del cinquantaduenne Giuseppe Cinardi, accusato dell’omicidio del cognato trentatreenne Maurizio Peritore, ha già inoltrato istanza per accettare lo spostamento di data. L’avvocato Salvo Macrì, che difende Cinardi, ha dato comunicazione anche alle altre parti. L’imputato è detenuto per questi fatti e in primo grado, al termine del giudizio abbreviato, gli sono stati imposti quattordici anni e quattro mesi di reclusione. Il gup del tribunale di Gela ha escluso la premeditazione. Peritore morì a causa delle ferite riportate durante una violenta colluttazione, tra i viali delle palazzine popolari di via Attica. Cinardi e la vittima si sarebbero affrontati impugnando delle lame. La difesa ha presentato ricorso in appello, ottenendo la riapertura dell’istruttoria. Verrà sentito il medico legale che si occupò dell’autopsia e di ricostruire le cause del decesso.
“Ritengo e l’ho spiegato a tutte le parti – dice l’avvocato Macrì – che in una fase come questa, con l’emergenza Coronavirus in atto, non ci sia l’urgenza di tenere un processo di questo tipo”. I familiari della vittima sono parti civili, con i legali Giacomo Ventura e Maria Elena Ventura. L’accusa è sostenuta dal pm Luigi Lo Valvo, che già davanti al gup aveva perorato la richiesta di condanna per Cinardi, a sua volta rimasto ferito durante la colluttazione.