Pensionato morì a Passo di Piazza, “lavori resero pericolosa strada”: due condanne

 
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Gela. Sarebbero stati i lavori in corso, in un’area a ridosso della Gela-Scoglitti, con un cumulo di inerti collocato sulla carreggiata, a causare la morte del pensionato ottantaquattrenne Crocifisso Sarchiello. Nell’estate di otto anni fa, era a bordo della sua motoape, che si ribaltò, causandone il decesso. Il giudice Miriam D’Amore ha condannato ad un anno e quattro mesi di reclusione ciascuno (riconoscendo le attenuanti), sia il proprietario dell’area, che aveva commissionato i lavori, sia chi li eseguì. La decisione è stata emessa nei confronti di Salvatore Catalano e Giacomo Catavodello. La condanna è stata disposta, con pena sospesa, a condizione che venga risarcito il danno ai familiari del pensionato, costituiti parti civili, con l’avvocato Carlo Morselli. Ai familiari, il giudice Miriam D’Amore, oltre a riconoscere il diritto al risarcimento dei danni (da definire in sede civile), ha anche attribuito una provvisionale da 40 mila euro. Secondo la ricostruzione d’accusa, sostenuta in aula dal pm Pamela Cellura, quei lavori e il cumulo collocato sulla carreggiata avrebbero reso pericolosa la strada e nonostante il tentativo del pensionato, non fu possibile evitare l’impatto che fece ribaltare la motoape. Sul posto arrivarono i carabinieri per i primi accertamenti. Pare che l’anziano si stesse recando in altri terreni. L’incidente si verificò nei pressi di contrada Passo di Piazza. L’accusa e il legale di parte civile hanno insistito sul fatto che sarebbero state violate le norme di sicurezza, fino ad intaccare anche la strada percorsa dal pensionato.

Secondo questa linea, anche la segnaletica sarebbe stata carente, senza veri presidi di sicurezza. Il pm, a conclusione della requisitoria, ha chiesto la condanna ad un anno e sei mesi per Catalano e ad un anno per Catavodello. Le difese degli imputati, sostenute dagli avvocati Antonio Gagliano e Giovanna Zappulla, invece, hanno puntato molto sulla ricostruzione tecnica fornita dal consulente di parte e hanno anche chiesto al giudice la nomina di un Ctu. In base a quanto sostenuto dai legali, l’incidente sarebbe stato favorito da un mezzo in condizioni precarie, quello condotto da Sarchiello, non revisionato e a quanto pare senza copertura assicurativa. Hanno anche richiamato la velocità tenuta dal pensionato, che però secondo la procura era inferiore ai cinquanta chilometri orari, e la visibilità che sarebbe stata ottimale. Dati che però non hanno convinto il giudice, che ha emesso un dispositivo di condanna. Probabilmente, verrà impugnato dai difensori. Per questi fatti, un altro coinvolto è stato sottoposto a procedimento penale e a sua volta condannato.

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