Pellegrino: "Se i progressisti sono fiduciosi con i numeri del referendum allora il centrodestra locale può stare tranquillo"
Secondo Pellegrino, il centrodestra compatto, senza le spaccature di un anno fa, “in città può stare tranquillo”. “Il centrosinistra non ha i numeri pratici per competere con il centrodestra", spiega

Gela. Nell'attesa di una prima importante prova d'aula, sul nuovo contratto Ghelas, l'opposizione consiliare si misura, a livello locale, analizzando i dati del referendum. Chi non si rivede nel “modello Gela” del primo cittadino e che lo scorso anno ha sostenuto l'ingegnere Grazia Cosentino, sconfitta al ballottaggio, è certo che proprio il centrodestra locale non debba temere i numeri dei rivali politici. “Leggo dichiarazioni di esponenti dell'area progressista – dice il consigliere di “Avanti Gela” Gabriele Pellegrino – che parlano di dati capaci di metterli davanti al centrodestra. Ma quali sono questi numeri emersi dal referendum? In città, l'affluenza si è chiusa con il 15,53 per cento. Se analizziamo i dati dei votanti e gli scrutini per singolo quesito, ci accorgiamo che c'è una differenza di almeno sei punti a favore del sì, che si riduce drasticamente nel quesito sulla cittadinanza. Quindi, in quel 15,53 per cento non ci sono solo elettori di centrosinistra. Diciamo che c'è almeno un sei per cento che ha votato in maniera difforme. Sicuramente, si tratta di elettori che non hanno le stesse posizioni dei partiti progressisti, che hanno supportato il referendum, o addirittura, cosa che mi preoccuperebbe per loro, chi si rivede nell'area progressista ha sostenuto scelte differenti”. Secondo Pellegrino, il centrodestra compatto, senza le spaccature di un anno fa, “in città può stare tranquillo”. “Il centrosinistra non ha i numeri pratici per competere con il centrodestra – conclude – chiaramente, attenderemo le prossime scadenze elettorali ma se i riferimenti politici di centrosinistra si dicono soddisfatti per queste percentuali del referendum, allora il centrodestra può dormire sonni tranquilli”. Il centrodestra, seppur non in massa, in ambito locale ha individuato nel quorum non raggiunto una nuova battuta d'arresto del “modello Gela”, dopo quella delle provinciali di secondo livello. Una disamina che convince lo stesso Pellegrino, lo scorso anno tra gli ultimi a rimanere sulla nave elettorale di un centrodestra che soprattutto al ballottaggio si è disgregato, favorendo la corsa del sindaco Di Stefano e del suo modello politico, supportato in prevalenza da formazioni progressiste e civiche.