Gela. Minacce, danneggiamenti, terreni occupati dal bestiame e anche incendi. Almeno cinquanta episodi nell’arco di poco più di quattro anni, nei terreni di uno dei pochi imprenditori agricoli del territorio che ha deciso di denunciare. Quanto accadutogli in questi ultimi anni, l’imprenditore Francesco Vacirca l’ha raccontato davanti al giudice Martina Scuderoni. Le sue continue segnalazioni, sono sfociate in più procedimenti penali, avviati contro i presunti responsabili, tutti pastori. A processo, anche con l’accusa di stalking, sono finiti Maurizio Trubia, Massimiliano Trubia e Giuseppe Guastella. Un quarto imputato, invece, è deceduto. Vacirca ha risposto alle domande del pm Tiziana Di Pietro, a quelle del legale di parte civile che lo rappresenta (l’avvocato Rocco Fasciana) e a quelle del difensore di tutti gli imputati, il legale Nicoletta Cauchi. Sotto tiro sarebbero finiti i terreni che l’imprenditore possiede in contrada Passo di Piazza. Il gregge di Maurizio Trubia sarebbe stato sistematicamente portato a pascolare nei terreni dell’imprenditore, causando danni e distruggendo anche le recinzioni. Minacce e intimidazioni sarebbero diventate sempre più frequenti e quasi sistematiche. “Penso che volesse imporre il suo dominio in quel territorio – ha detto l’imprenditore durante la sua deposizione riferendosi a Maurizio Trubia – a un certo punto, iniziai a ricevere telefonate da chi mi chiedeva se volessi vendere i miei terreni. Io non mi sono voluto arrendere. Faccio questo lavoro da più di quaranta anni e non avevo mai avuto problemi”. Il testimone ha raccontato di episodi molto gravi, compreso un doppio tentativo di farlo aggredire da un branco di cani che seguiva il gregge di Trubia. “Lì capii che effettivamente rischiavo la vita. Tutto questo ha avuto ripercussioni sulla mia famiglia e sulle mie abitudini. Temevo che mi potesse accadere qualcosa. Sono persone pericolose e anche chi lavorava nei miei terreni veniva minacciato”, ha proseguito. L’imprenditore ha raccontato dell’arrivo dei carabinieri e dei poliziotti, quando segnalò l’invasione dei suoi terreni e le minacce. Cinque procedimenti, a carico dei pastori, sono stati riuniti nel dibattimento aperto davanti al giudice Scuderoni.
La difesa degli imputati, soprattutto rispetto alla posizione di Maurizio Trubia, ha messo in dubbio diversi punti della ricostruzione della vittima. Nel 2015 (uno dei periodi valutati dagli investigatori), Trubia era ancora detenuto, dopo aver riportato una condanna per mafia. Allo stesso tempo, secondo la difesa mancherebbero riscontri su segnalazioni giunte dall’imprenditore, che però in aula ha confermato tutto. L’occupazione dei terreni per i pascoli abusivi e i metodi adottati da alcuni pastori del territorio, con danneggiamenti sempre più frequenti, da alcuni anni iniziano man mano ad emergere, anche se pochi operatori del settore denunciano.