"Partiti intervengano altrimenti sarò drastico", Di Stefano: "Ghelas non si tocca"

Non ha intenzione di entrare nell'agone delle ruggini politiche ma i suoi devono rispettare il patto comune stretto per la città, altrimenti nulla è da escludere

20 maggio 2025 14:33
"Partiti intervengano altrimenti sarò drastico", Di Stefano: "Ghelas non si tocca" - Il sindaco Di Stefano
Il sindaco Di Stefano
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Gela. Non è il tempo di chi "grida più forte o ritiene di fare azioni plateali". Le troppe voci che stanno appesantendo il cammino della maggioranza del sindaco Di Stefano, peraltro in uno scenario amministrativo ancora in divenire, continuano a determinare valutazioni tutt'altro che favorevoli e il primo a richiamare all'ordine è proprio il capo dell'amministrazione. "I partiti devono agire da partiti - spiega - se ci sono delle situazioni che non vanno al loro interno, tocca ai segretari, agli assessori e agli altri riferimenti, intervenire. Non si commetta lo stesso errore delle provinciali. Ho perso quelle elezioni perché chi doveva intervenire nei partiti non l'ha fatto in tempo, purtroppo sapendo che all'interno c'erano dei problemi. Questa volta, però, sarò drastico. Sono situazioni che i partiti devono affrontare. Se fossi costretto a farlo io, agirei secondo la mia visione. Non è possibile che su una mozione un consigliere voti contro l'operato dell'assessore del suo stesso partito. Evidentemente, ci sono problemi che vanno affrontati e tocca ai riferimenti farlo". Il caso dei pentastellati, che ieri sera durante il question time sulle mozioni si sono spaccati, è il casus belli principale. "Io sono abituato a premiare chi lavora e non chi alza di più la voce o fa azioni plateali - aggiunge Di Stefano - in vent'anni di politica ho visto tanti scienziati o giovani garibaldini che poi sono completamente spariti. Io non ho problemi, perché posso anche azzerare la giunta". Lo aveva del resto già anticipato due settimane fa quando si manifestò una mini crisi, poi arginata. Di Stefano è ancora più netto quando si affronta il tema del sottogoverno per eccellenza, quello del vertice di Ghelas. "La Ghelas non si tocca - sottolinea - perché c'è un problema delicato e serio. Riguarda sessanta padri di famiglia e lo stiamo trattando con i guanti per cercare la soluzione migliore. Non è il tempo di parlare di posti. Non sono innamorato di scelte sul manager. Peraltro, l'attuale è stato indicato dal precedente sindaco. Non importa, dobbiamo solo trovare la quadra per salvaguardare la società". Ancora una volta, il primo cittadino lancia segnali più che eloquenti: non ha intenzione di entrare nell'agone delle ruggini politiche ma i suoi devono rispettare il patto comune stretto per la città, altrimenti nulla è da escludere.

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