Gela. Ci sono ex consiglieri comunali, componenti dell’allora giunta Fasulo e attuali dirigenti comunali. Hanno deciso di andare avanti nella loro azione giudiziaria, rivolgendosi alla Corte dei Conti regionale per ottenere la restituzione delle somme pagate alcuni anni fa, quando i magistrati contabili iniziarono la verifica sulle presunte irregolarità nelle procedure di approvazione di debiti fuori bilancio e conti consuntivi. Molti decisero di pagare la sanzione prevista (anche fino a 8 mila euro), senza andare incontro al giudizio. Gli unici che arrivarono davanti ai magistrati furono l’ex consigliere comunale Terenziano Di Stefano e l’allora assessore Marina La Boria. I giudici contabili gli diedero ragione, facendo cadere tutte le accuse. Un doppio verdetto favorevole, sia in primo sia in secondo grado, che adesso è la base sulla quale poggia l’azione avviata da chi invece decise di pagare e chiede di essere “risarcito”.
Diversi mesi fa, il segretario generale e l’allora sindaco Domenico Messinese, con una nota scritta, dissero no alla restituzione delle somme. “Non possono trovare restituzione in base al principio di autotutela amministrativa”, si leggeva nella risposta alle istanze depositate in municipio. “Pertanto – scrivevano ancora richiamando la nota della procura palermitana – un’ipotetica restituzione può avvenire solo ed esclusivamente su sentenza di accertamento del giudice competente con azione e relativo onere probatorio a carico dei soggetti che si reputano lesi”. Così, si sono rivolti direttamente alla Corte dei Conti e hanno deciso di chiamare in giudizio proprio il Comune, che come deciso dal commissario Rosario Arena si costituirà. La prima udienza è fissata per la prossima settimana.
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