La piazza – scenario da sempre di comizi/duello all’ultimo “sangue” – è la più fedele delle amanti: mai tradisce, ma un’amante tradita, vilipesa, sfruttata, dimenticata, per quanto perdoni , a un certo punto alzerà la testa e tuonerà. Nella maggior parte dei casi abbandonerà.
Ha tuonato. c’è stato rumore!
“ Giovani figli di papà , con la pancia piena, un po’ radical chic che lanciano sassi pur avendo il Rolex al braccio”.
Cosa voleva dire l’onorevole Lumia mentre ci offendeva dalla NOSTRA piazza?
Cosa conosce lei di noi giovani, dei nostri padri? Cosa ne sa delle loro pance? Ma poi, in fondo Le interessa davvero?
Come ha fatto – mi chiedo – a sintetizzare tanto scempio verbale in un’unica, silurante (per lei!), bassa, meschina, frase?
La piazza era piena di giovani, piena di padri, nessuno di noi ha guardato che orologio avesse il vicino, perché per Noi il tempo è importante a prescindere da quali lancette lo segnano, perché per noi “ radical chic” come lei ci ha definito dal pulpito della Nostra piazza e della sua integerrima onestà verbale, le parole sono importanti e le sue l’hanno tradita: sono state lo specchio matrigno del “Lumia pensiero”
Non abbiamo guardato neanche che orologio avesse lei, non ci interessava, ma abbiamo sentito e abbiamo – noi giovani tutti – quelli con l’orologio da borghese, senza orologio, con un falso d’autore, con un flick flack: fermato il tempo allo scandire dell’ultima sillaba di quella frase.
No, Onorevole, noi non eravamo tra quelli che contestavano e tale specificazione, mi sia consentito, non è per prendere le distanze da quella forma di protesta né per avallarla, quindi no, se ci sta immaginando a gridare per non farla parlare sta sbagliando pensiero. Un altro!
Che poi, diciamola tutta, dato l’esito infelice di quella frase, sarebbe forse stato meglio per lei, che fosse fatto più rumore, almeno non avremmo sentito! Almeno non si sarebbe svelato!
Lei, il rabdomante della rabbia, per anni ha intercettato l’umore di quei padri disperati, arrabbiati.
Poi succede, che viene ospitato nella nostra piazza – la più fedele delle innamorate – e dentro quel microfono le sue parole fanno rumore e cadono proprio lì dove da anni forse erano attese , perché la piazza si sa, è come una seduta dalla terapeuta: lì dopo un po’ non puoi mentire, devi dire tutto quello che pensi.
L’istinto fin qui infallibile avrebbe dovuto indurla a fare la cosa più giusta: aggiustare il tiro, e invece no le sue parole, mine vaganti “offendi popolo” sono lì, appiccicate a quella piazza. La nostra!
Il distacco tra lei e noi giovani è emblematico: noi attendiamo e speriamo, Lei tradisce e spara ai polsi!
Dopo aver provato ad umiliarci – non si illuda, non c’è riuscito – ed essersi arrogato il diritto di conoscerci si dilegua con la sua scorta.
È fuori forma, confuso, astioso.
Ha perso il tocco 0norevole Lumia… e pure la Piazza!
Che peccato, è già ieri!
PS: Che ore segna il suo orologio? Ha già mangiato?