Gela. Positivo al covid gli negano l’utilizzo del bagno ma lo rimproverano per avere fatto la pipì in ospedale. Protagonista dell’episodio è un uomo di 62 anni (Giuseppe P. il suo nome) costretto a sei ore di attesa in un piazzale privo di servizi igienici all’interno del presidio ospedaliero “Vittorio Emanuele” diretto dal palermitano Luciano Fiorella. “Siamo stati letteralmente buttati fuori – accusa la figlia del 62enne -, al freddo e senza servizi igienici dedicati ai positivi, in attesa di ricevere la dovuta assistenza sanitaria pubblica”.
Il malcapitato, secondo il racconto della figlia, avrebbe fatto ricorso alle cure ospedaliere a seguito di un infortunio domestico sfociato in una frattura ad una mano. “Siamo arrivati al Pronto soccorso alle 15,20 dove abbiamo scoperto la positività di mio padre – racconta la donna – Fino alle 22 siamo stati ignorati dagli operatori, usciti solo per rimproverare l’atteggiamento di mio padre colpevole di avere usato un servizio igienico”.
Dal racconto della donna, gli operatori avrebbero prima negato l’utilizzo della toilette del Pronto soccorso e successivamente ammonito il paziente, positivo al tampone, per avere urinato in un bagno interno all’ospedale.
“Aveva bisogno di andare in bagno ma gli hanno impedito l’accesso – conclude la figlia di Giuseppe P. – E’ stato rimproverato perché, a loro dire, non poteva muoversi. Eppure, nonostante la positività al tampone e la frattura, ci hanno lasciati in un piazzale esterno, senza servizi igienici e locali riscaldati”. In verità, non è la prima volta che un paziente positivo al covid viene lasciato nel piazzale anche ad urinare (per mancanza di servizi dedicati) o sotto la pioggia. Nonostante la mancanza di un ufficio stampa, abbiamo cercato, inutilmente, di contattare il responsabile dell’ospedale di via Palazzi. Rimaniamo a disposizione per una replica o precisazione.
In un paese civile tutto cio’ non dovrebbe accadere la qualità dei servizi alle persone è pari allo zero
Manco agli animali è proibito fare i bisogni, certo che l’ignoranza fà da padrona in tutto in questo momento, e la cosa più bella che fà ridere per chi crede di fare la cosa giusta è che non si rende conto dell’incapacità di creare disservizi e mancanza delle proprie capacità… Da inizio pandemia a oggi molti creano leggi e regole senza una logica precisa pare come se chi è contagiato sia una persona da isolare dal resto del mondo e soprattutto come in questo caso da non avere più diritti… Fatevi un esame di coscenza e vergognatevi, non dare la possibilità di usare il “cesso” Perché è positivo “vergona”…