Gela. I tagli alla sanità locale ancora al centro di un dibattito politico, che fino ad oggi però non è riuscito ad assicurare un’inversione di rotta. I civici di “Una Buona Idea” sono pronti a portare la questione nuovamente all’attenzione dell’assise civica, con la richiesta di un monotematico. Gli esponenti del movimento non trascurano per nulla le responsabilità del management Asp, dal direttore generale Alessandro Caltagirone e fino al vertice dell’ospedale “Vittorio Emanuele”, Luciano Fiorella. “Registriamo giorno dopo giorno la mancanza cronica di capacità manageriali solo ed esclusivamente per il nostro ospedale. Nell’ultima settimana, si è registrata un’escalation di sospensioni delle attività o addirittura chiusure di interi reparti. La mancata apertura di reparti indispensabili per la nostra città come l’Utin e il pronto soccorso infettivologico, la chiusura di altrettanti reparti essenziali come quello dei psichiatria e del Centro salute mentale di via Madonna del Rosario, importantissimi, considerando le fasi post-emergenza pandemica che hanno provocato una crescita esponenziale delle criticità psichiche. C’è poi chiusura della neurologia, dopo la scelta dolorosa di lasciare Gela del dottor Nibali e le successive dimissioni della dottoressa Granvillano e adesso il trasferimento della dottoressa Verniccio. A queste si aggiunge un’ortopedia che lavora ai minimi termini, un ex reparto, l’otorinolaringoiatra che al massimo può essere definito ambulatorio, una Breast Unit ancora non proprio nell’autonoma funzione operativa e che solo grazie allo spirito di abnegazione del dottor Di Martino e della sua equipe va avanti garantendo visite e cure alle migliaia di donne interessate. Anche il reparto malattie infettive – fanno sapere da “Una Buona Idea” – rischia di chiudere e con sei anestesisti contro i ventisei del “Sant’Elia”, causerà inevitabilmente la non programmazione di interventi chirurgici. La mancanza di medici non sta garantendo le vitali donazioni di sangue. Ricordiamo anche la chiusura del reparto trasfusionale. Gela che fino a circa cinque anni fa lavorava le sacche di sangue, oggi si occupa solo del loro raccoglimento e successivo trasferimento al Sant’Elia dove vengono solo lavorate per poi ritornare indietro, con un dispendio economico non indifferente. Per finire, anche se l’elenco sarebbe ancora più lungo, il declino dei servizi resi ai pazienti del comprensorio. L’inesistente gestione del servizio prenotazioni delle visite mediche, i centri diurni mai entrati nel pieno funzionamento, la farmacia territoriale aperta solo poche ore a settimana, la drastica riduzione di personale all’Hub vaccinale piuttosto che il relativo potenziamento in vista delle vaccinazioni antiinfluenzali”. Per i civici le responsabilità sono manageriali.
“Praticamente questa potrebbe essere la cronaca di una Morte Annunciata” scriveva Gabriel Garcia Marquez. Da qualche settimana inoltre l’ospedale è senza direttore sanitario per motivi di salute e crediamo che vadano prese iniziative urgenti per non lasciare nemmeno un giorno l’ospedale senza timoniere. Un manager e un direttore sanitario dovrebbero interrogarsi sul perché sta accadendo tutto questo in città, sempre che ci siano le reali intenzioni di soffermarsi sul tema. Durante i vari meeting e gli eventi che riguardano la sanità, i cittadini assistono a dichiarazioni sensazionalistiche, con Asp che si loda di aver fatto qualcosa. Sembrerebbe anche ad un occhio poco attento – aggiungono – che invece l’unica cosa sulla quale si lavora sia la chiusura definitiva dell’ospedale. Non ci sono dubbi, il sistema sanitario è malato e non può essere curato da semplici prescrizioni mediche, serve un intervento chirurgico radicale”. In attesa di presentare una richiesta di monotematico, il gruppo di “Una Buona Idea”, che ha spesso contestato la gestione di Asp, si dice “affianco degli ammalati e delle associazioni che gridano basta a queste condizioni”.