Gela. I “veleni” di Palazzo di Città arrivano anche sul tavolo della prefettura di Caltanissetta. Mentre in municipio, “Liberamente”, Pd e M5S, hanno fatto il passo politico per arrivare ad una seduta monotematica dell’assise civica, il centrodestra e l’indipendente Paola Giudice si sono rivolti direttamente al prefetto Chiara Armenia. Nelle scorse ore, il capogruppo di “Avanti Gela” Salvatore Scerra, il consigliere di Fratelli d’Italia Sandra Bennici, il leghista Emanuele Alabiso e la stessa Giudice, hanno depositato una richiesta al vicario Massimo Signorelli, che inoltrerà tutto al prefetto Armenia. Nella nota, i consiglieri fanno una cronistoria, che inizia dal 2019. Elencano tutti i richiami, pubblici, che il sindaco Lucio Greco ha fatto, denunciando il sospetto di manovre dei “poteri forti”, di “prestanome”, ma anche di “soggetti compromessi in vicende di mafia”, che vorrebbero “destabilizzare” l’azione della sua giunta. Riprendono anche il riferimento alla “gestione allegra”, segnalata da Greco rispetto all’Ato Cl2. Chiaramente, segnalano inoltre i “ricatti” che il sindaco starebbe subendo da una “piccola parte della maggioranza”, come dichiarato dall’avvocato la scorsa settimana. Per i consiglieri di opposizione, il prefetto deve avviare verifiche.
“Queste dichiarazioni, che vanno approfondite, esaminate e scrupolosamente accertate, hanno determinato una situazione di sospetto che non può più essere tollerata. La città ha diritto di sapere cosa sta accadendo e chi siano i colpevoli di questi ricatti perché l’omissione, la non verifica di tali dinamiche, alimenta il sospetto e condiziona antidemocraticamente, com’è conseguenziale che sia, la politica locale, sia essa di maggioranza che di minoranza. Non possono esternarsi simili dichiarazioni a seguito di ogni scelta politica che non si sposi con i desiderata del sindaco – scrivono i consiglieri nella missiva indirizzata al prefetto – non si può uscire con leggerezza e facilità l’asso dell’ombra che mina l’ordine pubblico democraticamente costituito; tale condotta demolisce il libero e democratico confronto ed ogni principio costituzionale di libertà ed indipendenza di opinione ed istituzionale. E non si possono nemmeno sottovalutare i fatti, a metà, denunciati dal primo cittadino che, parimenti, rappresentano un attentato all’ordine pubblico”. Il clima è sempre più teso e per i consiglieri anche il prefetto deve prenderne atto, avviando accertamenti. L’obiettivo è “ripristinare il sereno ordine pubblico politico e sociale adottando ogni provvedimento utile a porre fine a simili esiti antidemocratici”.