Gela. Numeri precisi non ce ne sono, neanche a Palazzo di Città. L’unica certezza è la presenza, a ridosso di tante aree edificate negli scorsi anni, di intere zone nel degrado. Sono tanti i casi dello stesso tipo. Le cooperative che costruirono, approfittando anche dei piani per l’edilizia economica e popolare, non hanno mai adempiuto alla realizzazione delle opere di urbanizzazione, soprattutto secondaria. Così, ci sono intere zone nel degrado e neanche il Comune ha mai effettuato un vero censimento. Avrebbero dovuto ospitare strutture a servizio dei complessi abitativi, invece sono invase da vegetazione spontanea e con le piogge si trasformano in acquitrini. “Sicuramente, ci vorrebbe un censimento complessivo – spiega l’assessore all’urbanistica Giuseppe Licata – le cooperative che avrebbero dovuto realizzare le opere di urbanizzazione secondaria, non hanno mai adempiuto. Oggi, troviamo aree nel degrado, a ridosso di villette residenziali e complessi abitativi”. Tante cooperative, che in passato hanno edificato sulla scorta di convenzioni concluse con il Comune, non esistono più, nella gran parte dei casi risultano fallite. Il Comune si è dovuto far carico di pesanti oneri finanziari, anche per gli espropri. Negli uffici del settore urbanistica, in quest’ultimo periodo, si sta cercando di mettere mano ad una vicenda molto complessa, pare finita all’attenzione dei pm della procura. Palazzo di Città, come era stato ipotizzato in passato, vorrebbe recuperare le somme. “Oltre al censimento di tutte queste aree – aggiunge Licata – vorremmo iniziare azioni per recuperare i soldi che sono dovuti al Comune. E’ vero, tante cooperative, rimaste inadempienti, ormai sono fallite. E’ nostro dovere, però, tentare di recuperare quanto spetta all’ente”.
La scorsa settimana, sul tema, c’è stata una riunione interna al settore urbanistica, tra l’assessore e i funzionari che seguono questo fronte amministrativo. Recuperare gli ammanchi economici non pare così semplice, allo stesso tempo sembra però che ci sia un progetto per la riqualificazione delle aree. “Vorremmo metterle a bando – conclude Licata – e verificare l’eventuale interesse di privati, che diano garanzie su progetti di recupero, in zone che possono essere veramente molto attrattive, per diverse attività”.