Omicidio Sequino, in aula ascoltate intercettazioni: non ci sono le frasi contestate agli imputati

Nel corso delle prossime udienze si procederà con le discussioni delle parti

17 maggio 2025 08:23
Omicidio Sequino, in aula ascoltate intercettazioni: non ci sono le frasi contestate agli imputati  -
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Gela. Non ci sono riscontri sulle frasi che avrebbero dovuto legare gli imputati all'omicidio del tassista Domenico Sequino. In Corte d'assise d'appello, a Caltanissetta, si è proceduto all'ascolto dei supporti originali delle intercettazioni condotte nell'inchiesta e che per l'accusa sarebbero decisive nel delineare le responsabilità di Nicola Liardo, del figlio Giuseppe Liardo e di Salvatore Raniolo. In primo grado, nonostante gli ergastoli richiesti dall'accusa, furono assolti. Già un collegio peritale, in quel procedimento, e in appello anche un nuovo perito nominato dai giudici, hanno concluso per l'assenza di frasi che possano rinviare all'omicidio. I Liardo furono intercettati nel corso di colloqui in carcere. All'ascolto dei supporti si è proceduto in presenza del perito e dei consulenti di parte. Le difese degli imputati, con i legali Giacomo Ventura, Davide Limoncello, Flavio Sinatra e Antonio Gagliano, escludono un collegamento tra gli accusati e l'azione di morte. Sequino venne freddato a colpi di pistola, in pieno centro storico. Fu colpito alle spalle. Per l'accusa, il piano venne deciso e organizzato dai Liardo e a sparare sarebbe stato Raniolo, giunto in centro in sella a uno scooter condotto da un presunto complice, mai identificato. In primo grado, arrivò l'assoluzione, impugnata dall'accusa. La famiglia Sequino, fin dall'inizio, segue il procedimento come parte civile, assistita dall'avvocato Salvo Macrì. Per l'accusa e per la parte civile, invece, ci sarebbero i rimandi alle parole che incastrerebbero gli accusati. A questo punto, nel corso delle prossime udienze si procederà con le discussioni delle parti. Stando alla linea d'accusa, l'omicidio sarebbe maturato per rancori dovuti a somme di denaro che Nicola Liardo avrebbe richiesto a Sequino, così da riaverle indietro. Gli imputati negano un loro coinvolgimento: hanno spiegato di non aver mai avuto ragioni di astio verso Sequino.

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