Omicidio Sequino, in appello pg chiede condanne: "Venticinque anni ai Liardo e a Raniolo"
Le richieste della procura generale nel giudizio di appello
Gela. La procura generale non cambia linea rispetto a quanto già indicato dall'accusa in primo grado: il tassista Domenico Sequino, dieci anni fa, fu ucciso su ordine dei Liardo e dai killer che agirono su loro mandato. Davanti ai giudici della Corte d'assise d'appello di Caltanissetta, dal pg è stata avanzata richiesta di condanna, a venticinque anni ciascuno di detenzione, per Nicola Liardo, per il figlio Giuseppe Liardo e per Salvatore Raniolo. In primo grado, la richiesta era dell'ergastolo per i tre, che furono assolti (vennero meno pure le misure restrittive). L'accusa impugnò quella decisione. La procura generale ha richiamato, nella memoria conclusiva, elementi ricavati dagli approfondimenti tecnici. In appello, così come già accaduto in primo grado, sono state analizzate intercettazioni audio che per gli inquirenti collegherebbero gli imputati all'omicidio di Sequino, raggiunto da diversi colpi di pistola, esplosi alle spalle, mentre si trovava a pochi passi dalla chiesa Madre. Agirono in due. Per gli investigatori, a sparare sarebbe stato Raniolo, spalleggiato da un complice, mai identificato, che pare fosse alla guida dello scooter usato per arrivare in centro storico. Le difese, invece, ritengono che le perizie condotte sulle intercettazioni, al contrario, ribadirebbero l'assenza di frasi o di dialoghi, tra gli imputati, da collegare all'omicidio. I difensori escludono che i Liardo avessero maturato ragioni di astio verso Sequino. Ci sono stati, da parte dell'accusa, rimandi all'inchiesta "Tagli pregiati", rispetto a una pretesa di denaro dei Liardo nei confronti di Sequino. La famiglia della vittima, fin dall'inizio, segue l'intera vicenda, assistita dall'avvocato Salvo Macrì, costituito parte civile. Concluderà nel corso della prossima udienza, a gennaio. Toccherà anche ai difensori esporre le rispettive conclusioni. Gli imputati, che si sono sempre detti estranei all'omicidio, sono assistiti dagli avvocati Giacomo Ventura, Davide Limoncello, Flavio Sinatra e Antonio Gagliano.
11.4°