Omicidio Sequino, difese hanno concluso: “Manca un vero movente, imputati estranei ai fatti”

 
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Sequino fu ucciso in centro storico

Gela. Il movente non ci sarebbe. Per le difese degli imputati accusati dell’omicidio del tassista Domenico Sequino, nel corso della lunga istruttoria in Corte d’assise non sarebbero emersi elementi tangibili per collegare i tre accusati all’azione di morte. L’hanno ribadito, questa mattina, gli avvocati Giacomo Ventura e Davide Limoncello. Nel corso della precedente udienza, invece, avevano concluso, sempre nell’interesse degli imputati, gli altri difensori, gli avvocati Flavio Sinatra e Antonio Gagliano. Per la Dda di Caltanissetta, Nicola Liardo, il figlio Giuseppe Liardo e Salvatore Raniolo, organizzarono ed eseguirono l’omicidio. E’ già stato chiesto l’ergastolo. Sequino venne ucciso a colpi di pistola, in pieno centro storico, a pochi passi dalla chiesa Madre. Una vera e propria esecuzione, in un tratto di corso Vittorio Emanuele sempre molto affollato. Le difese hanno insistito sull’assenza di riscontri dalle intercettazioni, che invece per gli inquirenti sarebbero decisive. I legali hanno ricordato l’esito delle perizie. Non venne mai pronunciata alcuna frase, hanno precisato, che potesse fare riferimento all’omicidio. I Liardo e Raniolo vennero monitorati anche in carcere, durante i colloqui. Materiale che ebbe poi culmine nell’indagine “Donne d’onore”, per la quale ci sono state condanne ma di entità più limitata rispetto alle richieste iniziali. Anche sulla presenza di Giuseppe Liardo, allora appena maggiorenne, nella zona dell’omicidio, la difesa ha messo in discussione le conclusioni dell’accusa. Si sarebbe trovato, infatti, in un’altra parte della città mentre i killer invece agivano in corso Vittorio Emanuele. Tutti elementi che secondo le difese fanno venire meno le contestazioni mentre sarebbe stato necessario approfondire altre piste investigative. Gli imputati, hanno confermato le difese, non avevano motivi di astio verso Sequino e anche l’ipotesi del debito economico sarebbe indebbolita dal tempo trascorso (quasi dieci anni).

Di recente, i giudici della Corte d’assise di Caltanissetta hanno accolto le istanze difensive, disponendo la scarcerazione dei Liardo (ora ai domiciliari) e di Raniolo. La decisione nel procedimento sull’omicidio dovrebbe arrivare ad inizio luglio. I familiari di Sequino stanno seguendo l’intero giudizio, costituiti parti civili con il legale Salvo Macrì che invece ha insistito per la condanna, così come indicato dalla procura e sulla base di elementi che sono ritenuti incontrovertibili.

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