Omicidio Bellomo, Curvà a processo dopo il verdetto della Corte di Cassazione

 
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Gela. Freddato in viale Enrico Mattei nel settembre di sette anni fa. La vicenda del commerciante Luciano Bellomo, adesso, ritorna in aula. Il prossimo mercoledì, davanti ai giudici della corte d’assise d’appello di Catania, si riapre

il processo di secondo grado nei confronti di Emanuele Curvà, ritenuto il conducente del motorino utilizzato per l’agguato e in sella al quale avrebbe viaggiato anche Domenico Giuseppe Cafà, già condannato in appello a ventisei anni di reclusione con l’accusa di essere il killer dell’esercente.
Lo scorso marzo, i giudici di Cassazione annullarono con rinvio il verdetto di condanna a diciassette anni e quattro mesi di detenzione pronunciato nei confronti dello stesso Curvà dai colleghi della corte d’assise d’appello di Caltanissetta. Il giovane, difeso dall’avvocato Maurizio Scicolone, venne comunque ritenuto la spalla di Cafà ma i giudici romani posero dubbi sulla possibile premeditazione. Così, accogliendo le indicazioni del legale, rinviarono ai giudici della corte d’assise d’appello di Catania.
Spetterà ai magistrati etnei valutare nuovamente il caso. Domenico Giuseppe Cafà, dopo il ricorso contro la condanna a ventisei anni di reclusione presentato dai suoi legali di fiducia, dovrà invece attendere il prossimo 14 novembre, data fissata per il giudizio in Cassazione. In entrambi i procedimenti, i familiari di Bellomo si sono costituiti parte civili con gli avvocati Salvo Macrì e Nicoletta Cauchi.

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