Gela. Per i responsabili dell’azienda, stanno occupando lo stabilimento di contrada Piana del Signore: i lavoratori Smim, invece, ribadiscono di essere ritornati in servizio dopo la scadenza della cassa integrazione in deroga e, per questa ragione, di essersi messi a disposizione del gruppo.
E’ rottura totale tra i vertici della società, i lavoratori e le organizzazioni sindacali. Il caso Smim, quindi, ritornerà, a breve, davanti al prefetto di Caltanissetta Carmine Valente. “Adesso – spiegano gli operai – ci considerano sospesi. Cosa significa? Alcuni colleghi lavorano per conto di quest’azienda da quasi trent’anni e, ora, si trovano in mezzo ad una strada. Non riusciamo ad avere neanche il tfr che ci spetta”.
I manager di Smim, dopo aver perso lo scorso marzo il contratto quadro di manutenzione all’interno della fabbrica Eni, attendono che il personale in esubero transiti nell’organigramma di Sicilsaldo e Ergo Meccanica, come previsto da un accordo concluso in prefettura lo scorso maggio. Fino ad oggi, però, l’intesa ha stentato a concretizzarsi. Neanche l’incontro di questa mattina tra i tavoli dell’ufficio del lavoro è servito a ricompattare il fronte. I vertici Smim hanno chiesto sia alle rsu sindacali che ai segretari provinciali Orazio Gauci, Angelo Sardella e Nicola Calabrese di bloccare qualsiasi occupazione dello stabilimento.
Stando all’azienda, i lavoratori rientrati dalla cassa integrazione in deroga devono ritenersi sospesi fino a nuovo ordine. “Ma quale occupazione! – rispondono gli operai – noi siamo ritornati in servizio. I colleghi continuano a lavorare con regolarità e non blocchiamo nessuno. Perchè la società non ci licenzia? In questo modo, potremmo cercare di capire se effettivamente esistano possibilità d’ingresso in Sicilsaldo e Ergo Meccanica che hanno vinto l’appalto per le manutenzioni nella fabbrica Eni”.
Al termine dell’incontro tenutosi all’ufficio del lavoro di via Pignatelli, le rsu di Fiom, Fim, Uilm e Ugl hanno comunicato ai funzionari di polizia che, allo stato attuale, non sussiste alcun presupposto per l’occupazione dello stabilimento dell’azienda. Intanto, i segretari provinciali del settore metalmeccanico hanno preannunciato la richiesta di una convocazione davanti al prefetto Carmine Valente per “evitare problematiche sociali”. “Siamo esasperati – ribadiscono i lavoratori davanti i cancelli dello stabilimento Smim – non siamo licenziati, non siamo cassaintegrati, non siamo niente. Non abbiamo fiducia neanche nei sindacati. Fino ad oggi, nessuno ha risolto questa vertenza”.