Gela. E’ stata una giornata lunga a Palazzo di Città e quasi per intero dedicata a verifiche e approfondimenti sul rendiconto 2021. Questa mattina, come abbiamo riportato, il sindaco Lucio Greco, l’assessore Mariangela Faraci, il dirigente finanziario Pino Erba, il segretario generale Carolina Ferro e i revisori, hanno avuto un faccia a faccia diretto con i consiglieri della commissione bilancio, presieduta da Pierpaolo Grisanti. I revisori rilasceranno il parere al rendiconto non appena saranno concluse le nuove verifiche in atto. Hanno venti giorni di tempo a disposizione e probabilmente li utilizzeranno quasi per intero. Sono ancora diverse le cose da chiarire. Da Palazzo di Città è già partita una comunicazione indirizzata alla Corte dei Conti. Viene precisato che non sarà possibile rispettare il termine per la trasmissione dei correttivi, che era stato prorogato un mese fa. E’ l’intero modus operandi del settore finanziario che in questi mesi è stato messo in discussione. Dopo l’addio dell’ex dirigente Alberto Depetro, che lasciò lo scorso anno in rotta con la linea dei revisori, è stato necessario rivedere integralmente ogni tipo di passaggio, anche quelli potenzialmente più semplici. Dirigenti e funzionari non hanno nascosto le difficoltà e l’amministrazione sta cercando comunque di arrivare al rendiconto e al piano di riequilibrio, che dovrebbe rispondere alle richieste della Corte dei Conti. Ci saranno però tempi più lunghi e l’assise civica non sembra intenzionata a fare “sconti”. Non è chiaro cosa decideranno i magistrati contabili a seguito del termine non rispettato. Il sindaco Lucio Greco non intende fare passi indietro. Le dimissioni sembrano da escludere, nonostante il pressing politico esercitato soprattutto dal centrodestra. L’avvocato e gli assessori sono certi di aver fatto tutto quello che era possibile, in condizioni emergenziali.
Vedono nello schema del rendiconto approvato la scorsa settimana il punto essenziale per dare seguito al tentativo di risanamento, con un disavanzo pesante da circa novantasei milioni di euro e tante incognite. Se la seduta di lunedì, con all’ordine del giorno la mozione di sfiducia, dovesse tenersi, l’avvocato si troverà davanti ad un fronte politico composito che potrebbe decidere di accelerare verso la fine anticipata della sua esperienza amministrativa, sempre che ci siano i sì necessari.