Gela. L’Unione dei Comuni, sorta per i finanziamenti della nuova programmazione 2021-2027, ha mosso i primi passi lo scorso anno ma non è ancora entrata a regime. Il consiglio, composto da esponenti dei tre Comuni che ne fanno parte (Gela, Niscemi e Butera), ha definito l’elezione del presidente Carlo Romano e del suo vice Rosario Meli. Al momento, nelle poche sedute tenutesi, sono stati affrontati gli aspetti di base, dal regolamento e fino alla necessità di un confronto ampio sulla strategia per i progetti da presentare per la copertura con i fondi del nuovo ciclo. Ancora una volta, i sindaci dovranno dare un input in più. Serve una riunione della giunta dell’Unione, composta dai primi cittadini. E’ stata chiesta formalmente e anche l’assessore allo sviluppo economico Francesca Caruso di recente aveva avanzato questa indicazione. E’ sempre la giunta, infatti, che deve dare la direzione da seguire. Dalla Regione mancano provvedimenti ufficiali sull’approvazione della strategia e sull’accordo di programma da sottoscrivere. Gli uffici comunali, al momento, sono piuttosto concentrati sul programma “Qualità abitare”. Negli ultimi giorni dello scorso anno, sono stati affidati tutti i lavori per la riqualificazione di ampie zone della città. L’entità del finanziamento complessivo si aggira intorno ai trenta milioni di euro. I settori non possono fornire personale, già numericamente deficitario. “Qualità dell’abitare” può arrivare alle gare d’appalto entro i prossimi mesi. Sulla carta, i tre Comuni invece dovrebbero dislocare personale nell’Unione, così da far ingranare i primi meccanismi. I numeri sono scarni per tutti. “Stiamo valutando la possibilità di partecipare al bando della presidenza del consiglio dei ministri che concede fondi per l’assistenza tecnica anche alle Unioni dei Comuni – dice l’assessore Caruso – purtroppo, abbiamo dovuto fare a meno pure di uno dei professionisti che era stato assegnato al nostro ente. Ne rimane solo un altro e speriamo che almeno due possano essere stabilizzati. Sono risorse importanti non solo per il Pnrr ma anche nelle attività dei settori. I fondi del programma nazionale di assistenza tecnica capacità per la coesione permetterebbero di avere un incremento di personale da destinare proprio a capitoli per noi fondamentali come il Pnrr e non solo”.
E’ un’ipotesi al vaglio e che altri enti, come il Libero Consorzio di Caltanissetta, stanno già attivando aderendo al bando nazionale. Molti Comuni si stanno muovendo su questo versante e non è da escludere che possa essere una strada da intraprendere non solo per l’Unione ma anche per Palazzo di Città, gravato da numeri assolutamente sottodimensionati in fatto di personale. I concorsi, il cui iter venne avviato anni fa, sono rimasti “sospesi” e il dissesto dell’ente non è la via giusta per riprendere il percorso interrotto.