Nuovi tagli per l'ospedale "Vittorio Emanuele", Di Stefano e Franzone: "Basta, città in stato di mobilitazione"
"Oggi ci ritroviamo davanti all’ennesima beffa: una manovra che sa di accanimento, non di riorganizzazione", dicono Di Stefano e Franzone
Gela. In giornata, con la trasmissione della nuova rete ospedaliera da parte della Regione, il sindaco di Niscemi Massimiliano Conti, al di là dei colori politici, ha parlato dell'ennesimo depotenziamento per i nosocomi della sua città e di Gela. Tagli che si aggiungono ad altri tagli e che per Conti non sono più accettabili. Una linea che il sindaco Terenziano Di Stefano e l'assessore, con delega alla sanità, Filippo Franzone, condividono e ribadiscono. “Esprimiamo la nostra totale e assoluta contrarietà, senza alcun margine di trattativa. Ancora una volta, la città di Gela viene pesantemente penalizzata, con un taglio di diciotto posti letto presso l’Ospedale “Vittorio Emanuele”. Mentre altri presidi della provincia registrano modifiche minime, Gela paga, come sempre, il prezzo più alto. È una scelta inaccettabile, offensiva e discriminatoria, frutto di una logica che continua a mortificare il nostro territorio e i suoi cittadini. Ricordiamo a tutti, a partire da chi oggi prende decisioni dietro le scrivanie, che Gela è una città di oltre 75.000 abitanti e tra le più grandi della Sicilia. Un territorio che ospita importanti realtà produttive, agricole e industriali, tra le quali una bioraffineria di rilievo nazionale e numerose imprese che ogni giorno generano lavoro e ricchezza per l’intera Regione. È inconcepibile - dicono - che un’area così strategica venga privata, ancora una volta, di servizi essenziali per la salute pubblica. Avevamo ricevuto rassicurazioni da parte della Direzione strategica che la dotazione dell’ospedale “Vittorio Emanuele” non sarebbe stata toccata. Oggi ci ritroviamo davanti all’ennesima beffa: una manovra che sa di accanimento, non di riorganizzazione. E come se non bastasse, si torna a parlare di una nuova Unità di Terapia Intensiva Neonatale da istituire a Caltanissetta, quando a Gela esiste già da decenni un reparto Utin mai attivato. Una struttura completa, moderna, pronta, ma inspiegabilmente ignorata. Di fronte a tutto questo, la nostra risposta è netta, chiara e definitiva, no”. Il sindaco e l'assessore annunciano uno “stato di mobilitazione della città”. “Non permetteremo a nessuno di continuare a smantellare pezzo dopo pezzo la sanità pubblica cittadina. Siamo pronti ad ogni azione istituzionale e popolare – concludono - per difendere il nostro ospedale, i nostri cittadini, i nostri malati. La città non può e non deve più essere considerata un territorio di serie B. Chiede rispetto, chiede equità e dice basta”.
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