Gela. La sanità del nisseno va a due velocità a causa di una precisa regia politica.
L’ospedale locale sprofonda nel limbo delle promesse, “perché non supportato all’Ars e dal governo Crocetta”, mentre quello di Caltanissetta si candida a diventare hub regionale. Nella migliori delle ipotesi il presidio ospedaliero “Vittorio Emanuele” potrà ambire a diventare un centro spoke, ovvero un ospedale di base. Questo recita il nuovo piano di riordino sanitario stilato dal management diretto da Carmelo Iacono. Uno schiaffo per tutti quelli che avevano creduto alle sue parole e a quelle di Giancarlo Cancelleri, neo candidato del M5s alla poltrona di presidente della regione.
Entrambi avevano parlato della fine della sperequazione tra il sud e il nord del territorio di Caltanissetta, promettendo un equilibrio dei servizi negati a Gela. Sono trascorsi due anni e, sicuramente, la situazione è addirittura precipitata in termini di servizi resi. Sarà pure colpa dei medici che non vogliono lavorare a Gela. Ma, forse, in queste condizioni è un azzardo biasimare la decisione di un medico professionista.
L’ottimismo, comunque, ha regnato stamattina nel volto del manager dell’Asp cl2, intervenuto dalla sala congressi di via Parioli per presentare il progetto salute e annunciare la fine del suo mandato. Da febbraio l’Asp cl2 avrà un nuovo management e, nel frattempo, il governo regionale continuerà a decidere le sorti della sanità.
Di sicuro anche la direzione Iacono sarà destinata a finire negli archivi come un’altra occasione perduta per il giusto riconoscimento dei diritti negati alla sanità gelese.
Il manager lascia in eredità un nuovo brogliaccio che proprio per la lista interminabile di nuovi servizi contemplati lascia presupporre ad un’altra beffa (non tacciatemi di essere pessimista!).
Lui, Iacono, aveva promesso e non mantenuto la realizzazione dell’Utin. Ha dirottato a Caltanissetta una lista indefinita di utenti delle unità operative di Cardiologia e Malattie infettive del “Vittorio Emanuele”. Anche il sangue raccolto dal centro trasfusionale finisce oggi a Caltanissetta “perché la sanità a nord del nisseno ha una tradizione radicata”.
Solo quando attacca l’operato degli esponenti politica locali forse non sbaglia. I due deputati, oggi, erano entrambi assenti. I componenti della commissione consiliare Sanità sono rimasti ad ascoltare la predica del manager, convinto che “la raccolta “fai da te” degli ammalati di cancro per colmare l’assenza delle istituzioni, promossa dalle volontarie della Farc è una iniziativa inadeguata e sterile – accusa – perché il registro tumori di Ragusa e Caltanissetta esiste. I dati sono in linea fino al 2012 e dimostrano un incremento di tumori per il sesso femminile e un decremento per gli uomini”.
Il direttore generale, aggiunge, “la sesta commissione all’Ars ha ignorato il decreto di incremento della quota capitale per l’area a rischio ambientale di Gela a causa della mancanza di una forza politica. In termini economici avrebbe garantito 3,6 milioni di euro – conclude Iacono – che sarebbero stati destinati agli screening per la prevenzione dei tumori”.