Gela. Fino ad un milione di euro di risarcimento dopo nove anni di ospedale psichiatrico giudiziario, con conseguenze fisiche e psichiche che il trentaduenne Antonio La Perna sta ancora vivendo sulla propria pelle.
Le richieste in sede civile. Entrò in un opg quando aveva poco più di venti anni. Nelle scorse settimane, il suo legale di fiducia, l’avvocato Concetta Di Stefano, ha definito i contenuti del ricorso civile con il quale verranno citati in giudizio non solo i funzionari del Ministero della giustizia ma anche la stessa procura locale. I procedimenti penali che hanno coinvolto Antonio La Perna si sono chiusi con decisioni favorevoli. Tutto iniziò dopo una denuncia per tentata estorsione ad una familiare che ritirò comunque le accuse. Avrebbe chiesto circa venti euro. Da allora, il calvario è stato segnato da continui passaggi negli ospedali psichiatrici giudiziari, perché ritenuto socialmente pericoloso. L’ultimo, solo in ordine di tempo, quello di Reggio Emilia. La difesa di La Perna è pronta a chiedere un maxi risarcimento dopo aver sostenuto che le condizioni di salute del giovane non erano compatibili con la permanenza negli opg. Diverse perizie psichiche, inoltre, ribadirono quanto sostenuto dal legale. La vicenda del trentaduenne è stata seguita, senza alcuna tregua, dal padre Salvatore che, alla fine, è riuscito a riabbracciare il figlio. La famiglia, da diversi anni, non risiede più in città e dopo la fine dell’esperienza opg, Antonio La Perna sta cercando di rifarsi una vita in Veneto. Il legale che lo assiste ha deciso di depositare l’ampia documentazione sui tavoli dei giudici civili del tribunale locale.Antonio La Perna ha subito conseguenze neurologiche gravi anche dalla continua somministrazione di psicofarmaci, pratica assai diffusa negli opg italiani.