Gela. “Si tratta solo di un accanimento giudiziario nei miei confronti. Non sono la mente di nessuna organizzazione ma ho soltanto svolto attività di consulenza fiscale e finanziaria”. Si è difeso in questo modo l’imprenditore Fabio Fasulo davanti al giudice che lo ha sentito, a Parma, dove l’indagato nell’operazione “Stack of paper” si trovava al momento del blitz.
Fasulo, durante l’interrogatorio, ha depositato un memoriale contenente documenti che giustificherebbero le operazioni fiscale svolte.
Stando alla sua versione, sarebbe stata emessa un’unica fattura da 450 mila euro in favore della Metal impianti. Fattura che sarebbe stata rilasciata solo in relazione ad una serie di lavori effettivamente svolti.
Fabio Fasulo, in base alle dichiarazioni rese, si sarebbe però dimesso dalla carica di amministratore unico della Chemical Control qualche giorno dopo, lasciando l’incarico a Lorenzo Li Calzi.
“Se non sono stati presentati i documenti fiscali attestanti la situazione della società – ha proseguito l’indagato – non è certo mia responsabilità. Ricordo che Li Calzi subì il furto dell’automobile nella quale erano state conservate tutte le documentazioni”.
Intanto, il legale di difesa, l’avvocato Davide Limoncello, ha già chiesto la revoca della misura dell’arresto. Attualmente, Fabio Fasulo si trova ai domiciliari in un’abitazione di Parma.
“Con Li Calzi – ha concluso l’imprenditore – c’erano solo rapporti di consulenza”. Lo stesso avvocato Davide Limoncello non ha trascurato il fatto che al suo assistito vengano contestati reati già indicati in una precedente ordinanza emessa ai danni dello stesso imprenditore.