Gela. “Alla fine, nell’elenco di chi dovrebbe pagare sono finiti coloro che, a differenza dei predecessori, hanno scelto di regolarizzare qualcosa come circa quattordici milioni di euro di debiti fuori bilancio.
Strano che i magistrati della Corte dei Conti si siano accorti solo adesso di tutta questa situazione”. Il sindaco Angelo Fasulo, in questo modo, replica alle tante polemiche scaturite dalle trentacinque richieste di deduzioni inviate dagli uffici della corte palermitana a consiglieri, assessori, dirigenti, oltre che a lui in persona. “Che sia chiaro – ribadisce – non è questa l’amministrazione che ha prodotto l’eventuale danno. Peraltro, allo stato attuale, parliamo solo di atti d’indagine”. Ancora più esplicito è il consigliere democratico Giacomo Gulizzi. “È giunto il momento – spiega – di chiedere spiegazioni ai dirigenti del Comune. Dovrà tenersi una seduta monotematica del civico consesso e dovranno essere i dirigenti, in questi anni destinatari di lauti premi di prestazione, a spiegare. Al momento dell’approvazione del rendiconto ogni dirigente deve presentare un’attestazione dei debiti presenti. Devo pensare che quelle proposte fino ad oggi non siano veritiere? Strano che fino al 2009 arrivassero pochissimi debiti e, con il nostro insediamento, ne arrivano a centinaia”. Non manca di mostrare tutta la propria delusione neanche l’assessore Giuseppe D’Aleo. “Ci chiedono di pagare – conclude – quando, invece, abbiamo salvato dal default l’intero ente. È assurdo”. Giunta e assessori non ci stanno mentre l’ombra delle due sindacature dell’attuale presidente della regione Rosario Crocetta rimane decisamente ingombrante. Chi ha prodotto i debiti finiti sotto al tappeto di Palazzo di Città?