Non pretese soldi per la stidda nei cantieri “Nuovo Pignone”, assolto operaio ma pm impugnano

 
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L'operaio era stato assunto in un'azienda dell'indotto "Nuovo Pignone"

Gela. Al termine del giudizio di primo grado, ha ottenuto una decisione di assoluzione. Per i magistrati del collegio penale del tribunale di Massa, Bartolomeo Monachella non avrebbe pretesto la “messa a posto” dall’imprenditore che l’aveva assunto, nei cantieri del gruppo Nuovo Pignone, in Toscana. Nonostante la richiesta di condanna a dieci anni di reclusione, formulata dai pm della Dda di Genova, è passata la linea difensiva, sostenuta dall’avvocato Rocco Guarnaccia. Dopo il deposito delle motivazioni di una decisione risalente allo scorso giugno, i magistrati della Direzione distrettuale antimafia genovese hanno deciso di impugnare la sentenza e chiederanno che i giudici della Corte di appello valutino nuovamente la vicenda. Tutto partì da una denuncia presentata dall’imprenditore gelese che aveva assunto Monachella nella sua azienda, impegnata nei subappalti della Nuovo Pignone. Cristoforo Palmieri dichiarò agli inquirenti che Monachella, oltre alla busta paga, avrebbe preteso almeno altri mille euro mensili, spiegando che sarebbero serviti alla stidda. Gli investigatori liguri hanno ipotizzato un’eventuale infiltrazione della criminalità organizzata negli appalti toscani. Una versione che però non ha retto in aula. La difesa ha chiamato a testimoniare diversi ex compagni di lavoro di Monachella che hanno escluso comportamenti anomali dell’operaio. Anzi, il legale che lo assiste ha ribaltato il quadro complessivo. La denuncia dell’imprenditore, secondo il difensore, sarebbe stata una sorta di ritorsione. L’imputato, durante il periodo nei subappalti a Massa, avrebbe segnalato presunte anomalie nei lavori, addirittura con il sospetto che potesse esserci un accordo tra Palmieri e un capocantiere, probabilmente per tentare di trarre maggiori profitti dall’appalto, lucrando ai danni della committente.

L’operaio accusato avrebbe chiesto solo quello che gli spettava mensilmente, senza spendere la presunta appartenenza alla stidda, che per la difesa non ci sarebbe mai stata. Con il ricorso dei pm, si aprirà il giudizio di secondo grado.

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