Gela. I toni sono del tutto differenti da quelli di mercoledì, quando l’imprenditore Maurizio Melfa, venuto a conoscenza della condanna in primo grado ad un anno e due mesi di reclusione nella vicenda della false sponsorizzazioni per l’Heracla volley, si è scagliato pesantemente contro la magistratura e lo Stato. Questa mattina, invece, pur rimanendo in attesa del ricorso in appello, ritenendosi del tutto estraneo ai fatti, ha però parlato della “Costituzione come mio faro”. Nessuna rinuncia ai progetti sportivi. Quindi, la presenza di Melfa e della sua azienda viene garantita per le formazioni di basket e calcio, ma anche nell’investimento sul PalaLivatino. “Sono progetti importanti, che coinvolgono migliaia di giovani – ha detto nel corso di una nuova conferenza stampa – dobbiamo onorare il nome di un magistrato come Rosario Livatino. Voglio invitare la sua famiglia nel giorno dell’inaugurazione del nuovo PalaLivatino”. Ha spiegato di aver sentito il sindaco Lucio Greco, che pare averlo indotto a ritornare su molte dichiarazioni fatte, subito dopo la condanna. “Devo dire che ha ragione – ha aggiunto l’imprenditore – abbiamo il dovere di riuscire a controllare le nostre reazioni. Abbiamo tutti da migliorare. Per il sindaco e per gli assessori, ci sarò sempre”. In attesa dei prossimi sviluppi giudiziari, Melfa ha comunque confermato la rinuncia all’incarico di esperto del primo cittadino, ma anche a quelli in Federmetano nazionale e nella sua azienda. “Faccio un passo indietro e non è semplice – ha aggiunto – ci saranno due amministratori delegati, oltre al presidente Giampaolo Russo. Nel cda entra l’ingegnere Ezio Salvo, mio personale amico e importate manager”.
L’ex commissario straordinario del Comune, il colonnello della guardia di finanza Rosario Arena (che già faceva parte del cda Meic), sarà amministratore delegato, occupandosi di legalità e relazioni pubbliche. Il lato contabile e finanziario lo gestirà Alessandro Guarnera. L’imprenditore ha chiesto personalmente scusa ad una sua stretta collaboratrice, a sua volta condannata ad un anno di reclusione per la vicenda delle sponsorizzazioni. “A Veronika Cauchi – ha concluso – non posso che chiedere scusa. Ha avuto un giustificato sfogo e non ha alcuna responsabilità”.