Gela. Non si appropriò dell’oro lasciato dal cliente nel suo laboratorio. Così, è scattata l’assoluzione per un artigiano algerino, da anni residente in città. Era accusato d’appropriazione indebita. “L’oro non fu rubato”. L’ex cliente, infatti, lo denunciò accusandolo di non avergli più restituito i monili in oro che gli aveva affidato con il compito di trasformarli. “Non c’è nessuna appropriazione indebita – ha spiegato in aula il suo legale di fiducia l’avvocato Vittorio Giardino – mancano tutti i presupposti. Quei monili erano stati consegnati all’artigiano per essere trasformati. Il cliente non poteva più chiederne la restituzione perché, appunto, erano già stati trasformati. Il mio assistito ne diventò proprietario per specificazione. Peraltro, non ha ricevuto il pagamento per il lavoro svolto e, quindi, ha maturato il diritto di soddisfare il credito mantenendo il possesso di quei monili”.
Scatta l’assoluzione. Una linea che, alla fine, ha convinto il giudice Chiara Raffiotta. L’artigiano è stato assolto nonostante la richiesta di condanna a sei mesi di reclusione chiesta dal pubblico ministero Giampiero Corrtese. L’ex cliente dell’imputato, invece, si era costituito parte civile.