Gela. Quell’alunna con gravi handicap psico-fisici aveva diritto ad un insegnante di sostegno che la potesse seguire a tempo pieno.
Così non è stato, quindi l’istituto superiore frequentato dalla giovane è stato condannato al risarcimento nei suoi confronti: mille euro per ogni mese durante il quale non c’è stato il supporto a tempo pieno di un insegnate dedicato. Sono stati i genitori dell’alunna a rivolgersi direttamente ai giudici del tribunale amministrativo regionale di Palermo per ottenere il riconoscimento di un vero e proprio diritto allo studio che sarebbe stato violato per l’esiguità dei fondi destinati al supporto degli alunni con disabilità.
La famiglia è stata assistita dagli avvocati Maurizio Cannizzo ed Olaf Orlando. “Il danno – scrivono i giudici palermitani – è individuabile negli effetti che la, seppur temporanea, diminuzione delle ore di sostegno subita ha provocato sulla personalità del minore, privato del supporto necessario a garantire la piena promozione dei bisogni di cura, di istruzione e di partecipazione a fasi di vita “normale”.