Gela. Aveva indicato alle forze dell’ordine il nome della donna che insieme ad un ragazzo avrebbe avuto un ruolo nell’incendio doloso del suo portone di casa. La titubanza però della testimone durante un riconoscimento fotografico fece scattare la denuncia per favoreggiamento personale.
Il giudice monocratico Fabrizio Molinari ha però assolto G.C., questo il nome dell’imputata, assistita dai legali Flavio Sinatra e Paola Turco, per non aver commesso il fatto. La donna era testimone di un rogo di natura dolosa che era stato commesso davanti ai suoi occhi. Quando uscì di casa vide allontanare una ragazza ed un ragazzo. Riconobbe lei, ed indicò alle forze dell’ordine non solo le fattezze, ma anche l’identità. Id due autori dell’incendio erano minorenni. A distanza di un anno la testimone del rogo venne chiamata a confermare le sue accuse. Durante la visitazione dei due album fotografici in cui erano apposte le foto segnaletiche di ragazze con e senza occhiali, G.C. ebbe una titubanza e non confermò con certezza la sua identità. Da qui il procedimento per favoreggiamento. Tra l’altro i due indagati vennero in effetti processati. Forse anche per questo il giudice ha assolto la teste di quell’incendio.