Gela. “Non abbiamo pupari sopra di noi”. Il gruppo di “Progressisti e rinnovatori” non cambia il verso di una campagna elettorale condotta tutta intorno al candidato a sindaco Miguel Donegani. La sua squadra ha aperto la due giorni dei comizi elettorali finali. In piazza Umberto I, gli esponenti di “PeR”, i candidati al civico consesso e gli assessori designati, non hanno lesinato i meriti di “un candidato a sindaco libero e capace”. “Non teniamo la piazza, siamo qui a portare i temi e i contenuti”, ha detto Donegani. “Una città ferita, resa piccola da una politica poco autorevole”, ha proseguito l’ex parlamentare Ars. La chiave di lettura data da “PeR” è quella di superare i “partiti feticcio che tengono in ostaggio il sindaco”. Donegani ha sottolineato che la sua non è una scelta “contro i partiti ma contro questi partiti che non fanno governare”. Assessori di “grande profilo” e “niente padrini e padroni”, ha detto ancora Donegani.
“L’anticamera con me sindaco la faranno i partiti e i cacicchi”, ha attaccato il candidato a sindaco. “Dite a Conte che in piazza siamo molti di più”, ha continuato riferendosi al recente comizio condotto dal leader M5s, sempre in piazza Umberto I ma a sostegno del candidato Terenziano Di Stefano. “Voto libero” per “una nuova primavera della città”, ha concluso il leader di “PeR”. La frecciata politica l’ha rivolta principalmente a quelle segreterie di partito che non hanno creduto nella sua proposta di governo della città. Domani, Donegani e i suoi replicheranno, sempre in piazza Umberto I. Le urne poi diranno se i numeri gli daranno ragione anche nel confronto con i partiti che hanno intrapreso un percorso diverso.