Gela. La scarsità di personale medico ormai da tempo ha messo in crisi l’intero sistema sanitario locale, ad iniziare dall’ospedale “Vittorio Emanuele”. Neurologia senza l’unico medico che era rimasto, gli interventi programmati di chirurgia a rischio e anche le donazioni di sangue iniziano a saltare. La Late “Maurizio Nicosia” accusa il management di Asp. “Una cosa del genere l’ospedale non se la può permettere, visto il grande numero di pazienti affetti da patologie la cui cura è la trasfusione di sangue e non ci riferiamo solo ai pazienti affetti da talassemia, drepanocitosi e talasso-drepanocitosi – spiegano i rappresentanti Late – ma anche ai tanti pazienti oncologici e leucemici e anche alle vittime di incidenti stradali o di emergenze varie per le quali si presenta la necessità di sangue. A questo punto, viste le nostre innumerevoli rimostranze sia informali che formali che, ad oggi, non hanno sortito alcun effetto ci vediamo costretti a chiedere sia le dimissioni del direttore generale che quale soggetto a capo dell’Asp non riesce in nessun modo a risolvere il problema cronico della carenza di medici al “Vittorio Emanuele” sia quelle del sindaco in quanto responsabile della salute pubblica dei cittadini”.
Per la Late anche la commissione sanità deve essere più incisiva. “Il presidente della commissione sanità, piuttosto che limitarsi a incontrare i primari, metta in campo azioni incisive chiamando a raccolta l’intera città. Anche le pietre sono a conoscenza delle tante carenze del nostro presidio ospedaliero e di come, ancora oggi, aspettiamo l’apertura di quel pronto soccorso infettivologico oggetto di un sopralluogo del presidente della commissione sanità nel 2021. Si dice che una donazione salva una vita. L’ospedale ha evitato di salvarne nove, visto che questo è il numero dei donatori che sono tornati indietro. Di questo informeremo anche il prefetto e, se lo riterremo opportuno, ci rivolgeremo anche alle autorità competenti nelle sedi opportune”, concludono i responsabili dell’associazione.