Niente contratto rinnovato, gli operatori di Eni si sono fermati: “Produzione rallentata ai pozzi”

 
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Gela. Niente sit in davanti all’ingresso della fabbrica ma un’assemblea all’interno della sala sindacale di raffineria. Pozzi a scartamento ridotto. Gli operatori del gruppo Eni, nelle scorse ore, hanno aderito al fermo di otto ore, deciso a livello nazionale, per contestare il mancato rinnovo del contratto energia da parte della multinazionale. “Le distanze sono ancora enormi – dice il segretario provinciale della Femca Cisl Francesco Emiliani – a questo punto, non sono da escludere nuove iniziative di protesta se non si dovesse arrivare all’accordo”. In base ai dati acquisiti non solo da Emiliani ma anche dagli altri segretari provinciali dei chimici, ovvero Gaetano Catania della Filctem Cgil e Maurizio Castania della Uiltec, oltre il cinquanta percento degli operatori del gruppo Eni presenti in città ha aderito alla mobilitazione. Quindi, sono andati a scartamento ridotto sia i pozzi estrattivi di Enimed sia il sistema Green Stream. “Ovviamente – spiegano i sindacalisti – i presidi di sicurezza sono stati garantiti e non potevamo bloccare del tutto sistemi fondamentali come il Green Stream”. Di certo, le presenze delle scorse ore, almeno quelle rilevate tra i lavoratori, sono state decisamente minori rispetto a quanto capitava negli scorsi anni.

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