Gela. “Una Torre di Babele? Non mi risulta. La nostra è una coalizione dai confini ben delineati. Noto comunque che gli altri candidati parlano spesso di noi mentre personalmente non ho mai messo in discussione le loro legittime scelte”. Il parlamentare Ars Nuccio Di Paola, con l’agorà politica, decretò l’inizio vero e proprio della corsa elettorale di Terenziano Di Stefano, per la successione a Greco. I grillini hanno puntato sull’ex assessore e guardano alla coalizione delle sette liste senza troppi pregiudizi politici. “Inizialmente, sembravamo dei pazzi a crederci – aggiunge – invece, oggi la coalizione va avanti e siamo convinti di poter fare un ottimo risultato”. Il vicepresidente Ars, domani, sarà in città insieme all’ex premier Giuseppe Conte. Sarà un appuntamento pentastellato (soprattutto) ma comunque pienamente integrato nel percorso della coalizione che appoggia Di Stefano. “Conte crede molto nel gruppo siciliano – dice inoltre il coordinatore regionale M5s – lo ha già dimostrato in passato. Tiene alla città e sostiene un progetto come quello di Terenziano Di Stefano”. Nella coalizione, come più volte ricordato dai fautori della prima ora, convergono tutti i pezzi di quella che ad oggi è l’opposizione al governo regionale del presidente Renato Schifani.
“Questa città non ha più bisogno di liti ma di un gruppo compatto che prenda decisioni e amministri – sottolinea Di Paola – siamo insieme perché condividiamo un progetto e un programma per la città. I fondi Fsc? Mi sembra propaganda fatta su stanziamenti che comunque spettavano ai siciliani. Ci sono somme ingenti che sono state scippate per garantire il Ponte sullo Stretto e gli inceneritori. Noi, invece, li recupereremo per darli ai territori che ne hanno veramente bisogno”. La coalizione retta da Di Stefano si presenta alle urne con un percorso tra i più lunghi, iniziato mesi fa, e con l’idea di mettere insieme entità progressiste, civiche e autonomiste, nel segno sostanzialmente di un’idea alternativa ai due blocchi di centrodestra, quello ufficiale e quello dei fuoriusciti. Dovrà comunque stare attenta a non sottovalutare le espressioni che non hanno proseguito nel sentiero dell’agorà.