Gela. Da assistente sanitario a presunto rapinatore: sono cadute le accuse nei confronti del responsabile dell’associazione di volontariato Centro ascolto del disagio Filippo Arena. L’imputato, assistito dagli avvocati Lara Amata e Annarita Lorefice, è stato assolto dalla corte presieduta dal giudice Paolo Fiore, affiancato dai magistrati Fabrizio Molinari e Manuela Matta.
“Il fatto non sussiste” recita il dispositivo letto in aula dal presidente Fiore. Arena era accusato di aver sottratto circa duemila euro a due sue assistite. L’inchiesta avviata dai magistrati della procura partì proprio da alcune segnalazioni fornite dalle donne. Il pubblico ministero Serafina Cannatà, durante l’udienza di ieri mattina, ha chiesto l’assoluzione dell’uomo: non si sarebbero conseguiti gli elementi necessari a confermare le accuse. Arena, infatti, doveva rispondere di rapina, ingiurie e, inoltre, di essersi qualificato come responsabile di un’associazione ritenuta inesistente.
Accuse che, però, non hanno avuto conferma in aula. Neanche le testimonianze rese dalle due donne hanno garantito i riscontri necessari. La difesa dell’imputato, dopo le richieste giunte dalla pubblica accusa, si è associata.
Stando alla ricostruzione degli inquirenti, Arena avrebbe approfittato della sua attività d’assistenza sanitaria per prendere di mira le due donne e, dopo alcuni mesi, rapinarle. La versione resa dalle presunte vittime non ha convinto: diverse incoerenze sono emerse proprio in aula. Per questa ragione, il pubblico ministero Serafina Cannatà ha chiesto l’assoluzione. Linea accolta dalla corte.