Gela. “Non ho mai avuto rapporti diretti con i funzionari del comune di Gela. Mi limitai, dopo aver acquistato l’intera area per la costruzione, ad avallare il pagamento della prima tranche necessaria ad ottenere la concessione edilizia”.
Si è difeso così l’imprenditore agrigentino Giuseppe Burgio, titolare della società Ho.pa.f, accusato di truffa per aver fatto recapitare agli uffici comunali un presunto bonifico falso. “In quel periodo – ha aggiunto – mi rapportavo solo con il titolare dell’azienda Sogresal Salvatore Greco che aveva ottenuto l’incarico di realizzare il centro direzionale di via Venezia”.
Quindi, chi fece arrivare il bonifico sospetto a Palazzo di Città? Una vicenda intricata che, ancora oggi, non ha consentito di avviare un cantiere, quello del centro direzionale, fermo da ormai cinque anni. “Con banca Unicredit – ha concluso l’imprenditore – eravamo in grado di effettuare almeno duecento operazioni, in entrata ed in uscita, al giorno. Inizialmente, non ci accorgemmo che qualcosa non andava nei pagamenti da destinare al comune di Gela”.
L’imputato è difeso dall’avvocato Carmelina Danile. Proprio il legale ha chiesto di poter sentire in aula il costruttore Salvatore Greco. L’esame potrebbe svolgersi nel corso dell’udienza del prossimo 20 novembre. L’ente comunale, invece, ha scelto di costituirsi parte civile con l’avvocato Flavio Sinatra.