Gela. Come già anticipato dalla nostra testata, in casa Pd c’è ufficialmente un problema. Non è ancora una vera e propria fronda politica, addirittura anti Di Cristina, ma poco ci manca. Cirignotta, Morselli e Gallo avvertono tutti. L’assemblea di venerdì sera che avrebbe dovuto appianare le recenti tensioni, alimentate anche dal caso della richiesta di revoca del presidente del consiglio Alessandra Ascia, è invece riuscita a produrre l’effetto opposto. Tre consiglieri comunali del partito, infatti, hanno scelto di contestare ufficialmente i metodi del Pd cittadino. Sono il capogruppo Vincenzo Cirignotta e gli altri due esponenti democratici all’assise civica Romina Morselli e Salvatore Gallo. “Con grande rammarico ed amarezza siamo stati costretti ad abbandonare i lavori dell’assemblea cittadina – spiegano – era forte in ciascuno di noi la speranza di potere intervenire sui temi più scottanti e sui drammatici problemi che affliggono la città, con l’intento di indicare soluzioni possibili e alleanze necessarie per rendere più forte la nostra azione politica. Purtroppo, sia la relazione introduttiva, sia gli interventi di autorevoli dirigenti del nostro partito non hanno permesso tutto ciò. Ha trionfato in quella sede l’autoreferenzialità che demonizzando gli alleati intendeva mortificare anche l’impegno e il lavoro faticoso e difficile dei consiglieri comunali. È mancata del tutto l’analisi della situazione politica, l’indicazione di una strategia per recuperare consenso ed alleanze e, infine, l’apertura di una via per arrivare ad una gestione unitaria e condivisa del partito”. Insomma, il rischio è di gettare al macero il tentativo di ricompattare il centrosinistra, almeno in consiglio comunale, dando invece precedenza ad una gestione del partito assegnata ai soliti noti.
“Prima l’unità della coalizione…”. A questo punto, lo strappo dei tre consiglieri potrebbe avere conseguenze, non da poco, anche sulla permanenza di Alessandra Ascia alla presidenza del consiglio comunale. “Oramai il Pd è percepito dalla città come un soggetto non in grado di guidare i processi politici. In quest’ottica lodevole è stata l’intuizione del gruppo consiliare – continuano Cirignotta, Morselli e Gallo – che già da tempo ha avviato un grandissimo lavoro di coordinamento con gli altri gruppi dell’area di centrosinistra, al fine di superare le divisioni e costruire una proposta politica unitaria. E con riferimento alle ultime vicende consiliari, riteniamo di anteporre l’unità della coalizione alla tutela di posizioni personali”. Nessuna certezza, quindi, fino a quando non arriveranno risposte da una segreteria, quella di Peppe Di Cristina, che dovrebbe essere allargata a nuovi innesti. Una scelta, anche in questo caso, che non sarebbe stata concordata con il gruppo consiliare. Sullo sfondo, ci sono le ombre dei “senatori” del partito, ad iniziare dagli ex deputati regionali Miguel Donegani e Lillo Speziale, che per i consiglieri democratici avrebbero ancora un’eccessiva influenza sugli assetti interni. Se a Roma, già nelle prossime ore, la scissione interna al partito nazionale potrebbe diventare realtà, in città le acque appaiono non meno agitate.