Gela. Ieri, come abbiamo riferito, è stato aperto il dibattimento a seguito di un’indagine che ha riguardato presunte omissioni nelle procedure di bonifica della falda, all’interno del sito industriale di Eni. E’ in corso, invece, il giudizio legato ad un’altra inchiesta, quella incentrata sull’ipotesi di disastro ambientale. In entrambi i casi, ne rispondono manager e responsabili tecnici del cane a sei zampe e delle società del gruppo. Quello del rapporto con l’industria è un tema che il sindaco Lucio Greco ha ripreso, intervistato da “Repubblica-Palermo”. “L’Eni ha dimostrato di saper mediare dove ha voluto mediare – ha spiegato – mi auguro che la stessa capacità di comprensione la dimostri nei confronti di chi ha subito gravi danni”. Il sindaco ha richiamato i tanti procedimenti, soprattutto civili, che negli anni si sono susseguiti, attivati da cittadini che si ritennero lesi per le conseguenze dell’impatto industriale. Come abbiamo riportato, anche il recente aggiornamento del rapporto “Sentieri” fornisce numeri considerati ancora preoccupanti. Per Greco, c’è una connessione tra l’attività industriale del passato e le gravi patologie. “Io ho letto le conclusioni delle perizie di eminenti scienziati che lo dimostrano”, ha aggiunto. Negli anni della sua amministrazione, sono stati tanti i tavoli istituzionali attivati con Eni, anzitutto sui progetti. La riconversione green è sostenuta dal sindaco e dalla sua giunta. “I rapporti tra industria e territorio vanno ridefiniti meglio, alla luce di questo dramma che coinvolge le famiglie ma anche del fatto che adesso Eni investe sul green con grandi progetti e tecnologie che rispettano l’ambiente. Sta assicurando il mantenimento di un minimo di economia – ha aggiunto – anche se non paragonabile a quella del passato. Siamo a fianco di Eni in questo nuovo corso ma il passato non può essere cancellato”. Nel corso dell’intervista, l’avvocato ha citato il rapporto “Sentieri” e la necessità di accelerare sulle bonifiche, chiamando in causa le istituzioni competenti, il Ministero dell’ambiente e la Regione. Per il sindaco, le conseguenze sul territorio ci sono state dato che ad oggi “si è speso più di un miliardo” per l’eliminazione dell’arsenico e di altre sostanze pericolose “da aria, terreni e falde acquifere”. L’investimento “Argo-Cassiopea” sul gas è visto quasi come uno snodo nel percorso della produzione della multinazionale sul territorio, rispetto al passato del ciclo degli idrocarburi.
L’avvocato ha confermato che l’amministrazione ha spinto per fare in modo che il progetto potesse partire prima possibile ed esclude qualsiasi impatto ambientale. “E’ una conferma che Gela è ancora strategica per il settore energetico italiano e meriterebbe più attenzione”, ha aggiunto. Non solo Eni, però, dato che il sindaco si sarebbe aspettato molto di più dai tanti strumenti istituzionali che avrebbero dovuto assicurare investimenti sul territorio ma che ad oggi non hanno prodotto nulla di concreto.
Lucio, aggiusta le strade che stiamo rompendo tutti gli ammortizzatori.