Gela. Nessuna chiusura preconcetta all’eventuale dialogo, ma servono risultati concreti e un programma chiaro. Sono queste le linee di riferimento portate sul tavolo del sindaco Domenico Messinese
dagli esponenti dell’area di centrodestra.
“Fino ad ora pochi risultati”. Il primo cittadino e il segretario di Sviluppo Democratico Emanuele Ferrara, nelle scorse ore, hanno incontrato sia il gruppo di Destra in Movimento, che comunque non ha rappresentanti in consiglio comunale, sia quello della Lista Musumeci, con i consiglieri Vincenzo Cascino e Anna Comandatore. “Destra in Movimento – dicono Francesco Minardi e Angelo Cafà al termine del vertice – non può che constatare gli scarsi risultati fino ad oggi raggiunti da questa giunta. Se il sindaco vuole un progetto comune, deve iniziare da passi concreti, senza pensare ai grandi sistemi. La nostra non è una chiusura, valuteremo in base a quello che verrà prodotto”. All’incontro, oltre a Minardi e Cafà, c’erano Guglielmo Piazza, Angelo Cascino, Ignazio Raniolo ed Elio Romano.
La Lista Musumeci rinvia la sfiducia. Al tavolo del sindaco, dopo un primo incontro informale negli scorsi giorni, sono arrivati anche i consiglieri comunali della Lista Musumeci. Il capogruppo Vincenzo Cascino e l’altra esponente Anna Comandatore non chiudono del tutto al dialogo. “Per noi – dice Cascino – la sfiducia al sindaco produrrebbe una conseguenza ancor peggiore, il commissariamento regionale. La città a Crocetta, onestamente, non vogliamo consegnarla, soprattutto in fase di campagna elettorale. Riteniamo che di sfiducia si debba parlare solo dopo le elezioni regionali. Allo stesso tempo, non si può vivere di fantascienza. Al sindaco abbiamo chiesto di presentare progetti immediati che possano avere attuazione pratica. Altrimenti, non c’è nulla da condividere. A noi, non interessano né le poltrone né eventuali incarichi. Ovviamente, valuteremo con tutti i nostri iscritti. Credo, verrà convocata un’assemblea cittadina”. Ad eccezione del no secco arrivato da Forza Italia, a destra il “Patto per la città” non sembra un’eresia politica, dentro e fuori dall’aula consiliare.