Gela. E’ iniziata questa mattina e proseguirà a maggio la requisitoria dei pm della Dda di Caltanissetta, Claudia Pasciuti e Davide Spina, che sostengono l’accusa nel dibattimento, legato al blitz “Mutata arma”. E’ il troncone che ha portato a processo imputati, che non optarono per riti alternativi. Altri presunti complici, considerati tra i riferimenti del clan Rinzivillo per la droga e per le armi, sono stati sottoposti a giudizio abbreviato e la Cassazione ad inizio febbraio ha emesso decisioni che hanno fatto cadere soprattutto l’aggravante mafiosa. I pm dell’antimafia, questa mattina, hanno analizzato le posizioni di Rosario Vitale e Massimo Castiglia, confermando i contatti costanti per la droga. Gli imputati avrebbero fatto parte del gruppo che si occupava del traffico di sostanze stupefacenti, sempre per il tramite del gruppo di mafia dei Rinzivillo. Vitale sarebbe stato molto vicino a Davide Pardo e Davide Faraci, a loro volta coinvolti nell’altro filone processuale. I contatti sarebbero stati costanti e gli investigatori seguirono alcune trasferte nel ragusano, dove il referente sarebbe stato Castiglia.
Oltre al traffico di droga, le accuse si estendono alla disponibilità di armi. I pm proseguiranno nel corso della prossima udienza, formulando le loro richieste davanti al collegio penale presieduto dal giudice Miriam D’Amore. Toccherà anche ai difensori esporre le rispettive conclusioni. Insieme a Vitale e Castiglia, sono imputati Angelo Gagliano e Luigi Barone. Gli imputati sono rappresentati dagli avvocati Flavio Sinatra, Francesco Villardita, Giuseppe Cascino ed Enrico Aliotta.