Gela. Gli ultimi aggiustamenti in giunta non sono passati inosservati, soprattutto tra gli alleati del sindaco Di Stefano. I comunisti, di recente, hanno riferito di non essere “sull’Aventino”, seppur la loro presenza nel governo cittadino sia stata depennata. Il presidente del gruppo locale, Salvatore D’Arma, si rifà a quanto spiegato dall’assessore M5s Simone Morgana, convinto che le scelte del sindaco “assicureranno anche la stabilità in giunta”. L’esponente pentastellato ha inoltre precisato che l’anima del “modello Gela” è “alternativa ai governi nazionale e regionale”. “Ascoltando e leggendo diverse dichiarazioni, compresa quella dell’assessore Morgana che ritiene che con il passaggio di Franzone nel movimento De Luca si sia raggiunta la quadra, mi viene da pensare che forse il problema è stato ed è il Partito comunista?”.
Il gruppo del Pci, la scorsa settimana, ha avuto un incontro con Di Stefano e con il parlamentare Ars Di Paola. Sono stati affrontati diversi temi per il territorio, compreso quello delle dighe. Il primo cittadino e il deputato regionale si sono detti favorevoli alle iniziative dei comunisti. Rimangono però tanti interrogativi espressi da D’Arma. In giunta, infatti, continuano a permanere esponenti di partiti e movimenti che non hanno raggiunto la soglia di sbarramento e che di fatto si trovano nella stessa condizione del Pci, che però non ha più una rappresentanza. Incastri e ragionamenti politici si muovono intorno ad un “modello Gela” destinato ad essere messo alla prova, quasi a scadenze costanti.