Gela. Il ministero della Salute non inserirebbe nel registro tutti i casi di mucca pazza, ovvero del morbo di Creutzefeldt-Jakob (MCJ). Per questo motivo l’associazione “Codici”, centro per i diritti
del cittadino, ha deciso di “depositare due esposti alla procura di Caltanissetta e Reggio Emilia dove si sono registrati altri due casi sospetti di mucca pazza”.
L’ultimo episodio, in ordine di cronaca, si è registrato in città con il decesso di una donna di 56 anni, avvenuto il 14 agosto, che aveva ricevuto tutte le cure del caso presso la struttura sanitaria “Santa barbara” di Macchitella. “Solo ad agosto – spiega Codici – ci sono stati due casi di sospetta mucca pazza. Uno a Gela, dove una donna è morta nell’ospedale in cui altri tre pazienti, negli ultimi cinque anni, erano deceduti per la stessa causa presunta. L’altro a Reggio Emilia, dove si attende ancora il risultato dell’autopsia di un’altra donna. Negli ultimi sei mesi, sono stati in totale otto i casi sospetti di mucca pazza, registrati sul territorio nazionale. È più che palese a questo punto chiedersi se siamo di fronte ad un’epidemia in grado di contagiare tutto il Paese. Per questo motivo abbiamo inviato esposti a tappeto in molte regioni italiane, per far luce su diversi elementi: innanzitutto, siamo di fronte ad un possibile contagio? È inoltre essenziale accertare le cause delle morti su cui ancora vige il sospetto”.
Sulla vicenda, dichiara il segretario nazionale di Codici, Ivano Giacomelli, “la nostra associazione dei consumatori non ha mai allentato la guardia. Abbiamo avuto accesso agli atti del Ministero della Salute che alla nostra richiesta di quanti casi risultassero nel registro ha risposto che ne erano classificati sei come morbo di Creutzefeldt-Jakob (MCJ) sporadico, ossia nessuna mucca pazza”.