Gela. Sinistra Italiana spinge a testa bassa, ancora una volta per prendere le distanze dal “modello Gela”, che è alla base dell’esperienza amministrativa del sindaco Di Stefano. L’avvocato Paolo Cafà, che alle amministrative ha corso sotto le insegne del laboratorio politico “PeR”, è il riferimento sul territorio di Sinitra Italiana e non può che dare una valutazione tutta negativa all’affiliazione dell’Mpa in Forza Italia e alle possibili conseguenze sulla giunta. “Il patto federativo tra il nuovo movimento politico di destra senza nome, con Lagalla, Miccichè, Lombardo e Cancelleri, e Forza Italia è un’operazione politicista volta a far contare di più i suoi fondatori nell’alleanza di centrodestra. Non c’è alla base un pensiero politico, un’idea di futuro della società, ma solo una logica elettorale. È sintomatico, in questo senso, che, prima ancora che il nuovo soggetto politico abbia un nome e un simbolo, si sia già affiliato con Forza Italia. C’è chi ne è entusiasta, come il dirigente autonomista Rosario Caci – dice Cafà – che si era spinto fino al punto di suggerire al sindaco Di Stefano di coglierne l’opportunità, in quanto inclusivo del civismo. Di fronte a quanto avvenuto, che spinge l’Mpa locale all’antico vezzo della politica delle geometrie variabili, tipica dei partiti che vogliono sempre stare in groppa al potere, ovunque esso sia, di chiaro non c’è nulla rispetto alla configurazione dell’attuale giunta comunale, che si rivela sempre più un “modello di confusione”, altro che “modello Gela” da esportare”. Nel campo progressista, Cafà chiama ancora in causa Pd e M5s. “A noi di Sinistra Italiana non stupisce il silenzio del Pd in riferimento alla presenza dell’Mpa in giunta perché il Pd locale è abituato alle giunte miscellanee, avendo governato questa città ininterrottamente da quattordici anni, con tutti, destra e civici compresi. Ormai questo partito e il suo gruppo dirigente locale – continua – fanno parte dell’establishment, senza farsi scrupolo della collocazione e dei suoi alleati, avendo governato in alleanza con Forza Italia. Ciò che ci stupisce e che autorevoli rappresentanti di altri soggetti politici, come il Movimento cinquestelle, non si accorgano di queste anomalie, parlando fino a qualche settimana fa di “modello Gela” da esportare”. Per il riferimento di Si, la città va incontro a una fase di ulteriore crisi e di assenza dei servizi di base: la soluzione non è lo “sblocca royalties”.
“Cosa farà il sindaco rispetto alle sirene dell’Mpa di Lombardo e Caci? Da persona intelligente quale è dovrebbe rimandare al mittente l’invito non potendosi inimicare il suo migliore sponsor e alleato che lo ha proposto a sindaco, col quale deve rafforzare l’intesa per non essere fagocitato dal Pd e dalla destra fuori dal consiglio comunale. Proprio la destra – conclude l’ex assessore e consigliere comunale – scalpita per entrare in giunta e ha determinato l’elezione del sindaco, premendo per il prossimo rimpasto del nuovo anno. L’amministrazione non è riuscita a fare quello che aveva promesso per i primi cento giorni. Il bilancio stabilmente riequilibrato è una chimera, la richiesta di emendamenti alla finanziaria regionale per un uso diverso delle royalties è sbagliata. La città è sempre più povera, più sporca e più assetata e la distanza tra le istituzioni e i cittadini si fa sempre più siderale”.