Gela. Oggi avrebbe compiuto diciassette anni. La vita di Angelo Scalzo, però, si è fermata lungo un tratto della 626 Gela-Caltanissetta. Morì lo scorso anno, mentre ritornava in città. Era a bordo della Peugeot condotta dall’istruttore di guida che l’aveva accompagnato a Caltanissetta per una sessione di esami. Rimase ferita anche la sorella che era insieme a lui. “Voglio ricordare mio figlio e che non venga mai dimenticato”, dice il padre. Quel terribile impatto fece un’altra vittima, l’ambulante di Riesi Giuseppe Danese. L’indagine avviata dai pm della procura è in corso per accertare le responsabilità di quanto accaduto. “Mio figlio non c’è più – continua il padre del giovane morto – e penso che ci siano state delle gravissime responsabilità. Attendiamo che si faccia giustizia”. Tutta la famiglia ha scelto di stringersi intorno al ricordo dello studente, strappato via ai suoi affetti in maniera terribile.
“Non ci stancheremo di ricordarlo – conclude – e anche per questo motivo ho avviato una petizione per riportare in città le prove degli esami di guida. Ho distribuito i fogli in diverse attività commerciali della città. Invito tutti a firmare, senza temere nulla. Non voglio che a causa dell’irresponsabilità di altri, possano esserci ragazzi che facciano la fine di mio figlio. Lo dobbiamo evitare assolutamente”.
