Gela. E’ toccato ai consulenti tecnici delle parti esporre in aula la loro ricostruzione dei fatti, rispetto all’incidente che causò la morte dell’operaio Rocco Iacona, cinque anni fa schiacciato da una pala meccanica mentre si trovava all’interno della discarica Timpazzo. Lavorava per una delle aziende dei servizi interni. Il consulente delle parti civili (sono costituiti i familiari della vittima) ha tracciato un quadro allarmante, non solo sulle condizioni dei mezzi ma anche sull’attuazione delle misure di sicurezza. Iacona venne travolto dalla pala meccanica, mentre cercava di rimettere in marcia un autocarro, intanto impantanato nel terreno. Il mezzo avrebbe dovuto fare da traino. “Quell’autocarro, privo di assicurazione e revisione, non doveva stare in quella zona, con pendenza del venti per cento – ha detto il consulente – nel corso delle verifiche, ho accertato inoltre contrasti evidenti su ciò che era riportato nel documento di valutazione dei rischi e i contratti. C’erano lacune anche sulle mansioni affidate ai lavoratori”. Un altro operaio risponde di omicidio colposo. Graziano Alecci, difeso dall’avvocato Giuseppe Cascino, manovrava la pala meccanica, nel tentativo di riavviare l’autocarro. Secondo il consulente delle parti civili, quel tipo di operazione non poteva essere consentito. “Alecci non aveva mansioni da autista”, è stato inoltre precisato. L’autocarro risultò di proprietà dell’Ato Cl2, che allora gestiva la discarica Timpazzo. Pare venisse usato dai dipendenti di più aziende. “Anche se fosse stato revisionato si sarebbe ugualmente impantanato”, ha precisato l’esperto. Inoltre, ci sarebbero state disfunzioni meccaniche anche nella pala che veniva movimentata. I familiari della vittima sono rappresentati dagli avvocati Vittorio Giardino e Carmelo Tuccio. Il consulente di parte di una delle aziende che operavano nel sito di conferimento (responsabile civile nel giudizio), ha invece fornito dati differenti proprio sulla pala meccanica. Ha indicato la sussistenza di “un impianto frenante efficiente”, che avrebbe consentito al mezzo di essere posizionato in un punto piuttosto scosceso. Versioni differenti che il giudice Miriam D’Amore valuterà. Il consulente della procura, a sua volta, aveva già sollevato notevoli dubbi sull’efficienza dei mezzi, compresa la pala meccanica.
Nel giudizio, come responsabili civili, sono presenti tecnici, allora alle dipendenze dell’Ato Cl2, ma anche gli imprenditori delle aziende dei servizi. Tra i legali che li rappresentano, gli avvocati Antonio Gagliano, Giuseppe Scozzari e Francesco Salsetta. Da quanto emerso, Iacona era di spalle quando fu travolto dalla pala meccanica che era in manovra. Su questa vicenda, intanto, i pm della procura hanno chiuso un secondo filone d’inchiesta, che coinvolge dieci indagati, compresi tecnici ed imprenditori, attualmente responsabili civili nel giudizio in corso. Un aspetto fatto rilevare dai rispettivi difensori.