Gela. Un anno e quattro mesi di reclusione, con pena sospesa. E’ stata confermata anche dai giudici della corte d’appello di Caltanissetta la condanna nei confronti dell’imprenditore Rocco Greco. La morte a Villaggio Aldisio. Insieme ai colleghi Giuseppe e Emanuele Parrino, è finito a giudizio dopo la tragica morte dell’operaio trentanovenne Rosario Giarrusso. L’uomo perse la vita all’interno dei cantieri per la riqualificazione delle case popolari nel rione Villaggio Aldisio, in via Caserta. I tre imprenditori finirono a processo perché responsabili delle aziende impegnate in quei cantieri. Già in primo grado, Greco venne condannato dal giudice Domenico Stilo proprio a un anno e quattro mesi di reclusione. Assolti, invece, Giuseppe e Emanuele Parrino. I familiari dell’operaio deceduto durante il lavoro si sono costituiti parte civile con gli avvocati Fabrizio Ferrara, Dionisio Nastasi e Cettina Lionti. In base alla ricostruzione degli inquirenti, Giarrusso precipitò in una delle vasche di accumulo realizzate proprio nel tratto di via Caserta. L’impatto fu fatale. Sarebbero stati i portelloni collocati a chiusura delle vasche a non reggere il peso della vittima. Per questa ragione, i tre imprenditori sono stati accusati di non aver eseguito in maniera adeguata le opere precedenti all’intervento del gruppo di operai che, invece, si sarebbe dovuto occupare degli impianti idraulici. La vittima era alle dipendenze di una delle aziende impegnate in quei cantieri. In appello, è stata contestata anche l’assoluzione dei due Parrino ma il ricorso è stato rigettato.
Confermato il primo verdetto. In sostanza, i giudici di secondo grado hanno confermato in pieno il verdetto precedente. La difesa dei tre imputati, invece, già in primo grado, aveva sottolineato come a processo non fossero finiti neanche i titolari dell’azienda per conto della quale lavorava la vittima. Le responsabilità, quindi, sarebbero da imputare ad altri operatori. Intanto, i giudici d’appello di Caltanissetta renderanno note le motivazioni della loro decisione nel termine di sessanta giorni. In primo grado, era stata riconosciuta una provvisionale da ventimila euro ciascuno per i familiari dello sfortunato operaio oltre al diritto del risarcimento danni.