Morì schiacciato sul lavoro: il collega sott’accusa, “non mi accorsi di nulla”

 
0

Gela. “Non mi accorsi di nulla, i miei colleghi mi avevano dato il via libera con gesti della mano. Non avrei mai potuto immaginare che uno di loro lasciasse la pedana mentre effettuavo la manovra”.

Giuseppe Greco, operatore ecologico finito sotto processo con l’accusa d’omicidio colposo dopo la morte del collega Umberto La Cognata, schiacciato dall’autocompattatore guidato dallo stesso imputato, si è difeso così davanti al giudice Domenico Stilo.
L’uomo, rappresentato dall’avvocato Rocco Guarnaccia, ha descritto passo dopo passo tutte le fasi di quei tragici momenti. “I sensori di sicurezza del mezzo – ha aggiunto – non funzionavano. Così, i miei due colleghi che stavano sulle pedane retrostanti mi diedero il via libera con gesti della mano. Dopo qualche minuto, però, sentì una sorta di sobbalzo ma non capii cosa fosse successo. Non sentivo nulla perché stavo effettuando una manovra e, inoltre, due altri mezzi pesanti transitavano lungo il tratto di via Venezia sul quale ci trovavamo. Solo dopo mi accorsi che il mio collega era stato schiacciato”.
In questo modo, l’operatore ecologico ha risposto alle domande formulate dal suo difensore e dal pubblico ministero. I familiari dell’operaio morto, invece, si sono costituiti parte civile con gli avvocati Maurizio Scicolone ed Enrico Aliotta.
Decisiva, per le sorti dell’imputato, sarà l’udienza del prossimo 29 marzo, durante la quale il giudice Stilo dovrebbe emettere la sua decisione.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here