Morgana: “Noi coerenti, gli altri uniti solo per essere eletti e poi andare ognuno per sè

 
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Gela. Festa doveva essere e festa è stata, con la gente di Gela che ha riempito la sala del Tropico Med, mentre la luce del tramonto illuminava di rosso la bandiera a cinque stelle che sventolava alta sopra l’insegna del locale. I bambini corrono all’interno della sala, le mamme li guardano serene, i nonni si fermano a chiacchierare con i giovani, la gente continua scendere dalla scaletta che dalla strada porta verso la porta di ingresso. La faccia di Simone Morgana, candidato a Sindaco, appare dai due grandi manifesti attaccati alle pareti in legno della struttura balneare. E’ la prima volta che si vedono manifesti del Movimento Cinque Stelle e del loro candidato a Sindaco, finora hanno volutamente rinunciato ad apparire nei grandi cartelloni sparsi per le strade cittadine, forse per utilizzare le poche somme a disposizione per la tradizionale pubblicità elettorale, dice qualcuno. L’aria festaiola si respira subito, con il piccolo palco per buona parte occupato dagli strumenti musicali. Simone Morgana si muove fra la gente che arriva salutandola con un sorriso, accanto a lui Nuccio Di Paola, portavoce regionale e Pietro Lorefice, portavoce al Senato. Stringono mani, scattano foto con chi le chiede, sorridono e danno informazioni. Poche sedie disposte fronte palco, una settantina in tutto, il resto sono posti in piedi. Nessun posto riservato, chi arriva per primo si siede. Un signore anziano osserva la bandiera del movimento che sventola al vento e sottovoce dice che gli ricorda i momenti più belli della partecipazione politica. C’è entusiasmo ed emozione nell’aria. Le parole e la musica di Lucia Dalla accompagnano il grido di “Si muove la Città”, lo slogan che il Movimento ha scelto a Gela per questa campagna elettorale. La sala è stracolma di gente, molti sono anche fuori, fra le pedane di legno e la spiaggia che scivola verso il mare. Un popolo intero che cessa di parlare quando Francesco Cappello, capogruppo all’Assemblea Regionale accende il microfono, l’aria sembra fermarsi ed inizia il momento atteso. Dopo Cappello parla Eugenio Saitta, potavoce alla Camera dei Deputati, e poi Josè Marano, portavoce Regionale. I bambini corrono, le mamme e i papà ascoltano, persino al bar del locale smettono di servire. Prende la parola Nuccio Di Paola, urla come i patti fra i vecchi partiti non spaventano il Movimento, lascia campo aperto a Simone Morgana.

L’atmosfera si riempie d’attesa, Pietro Lorefice, portavoce al Senato lancia le ultime parole in favore del candidato a sindaco. Tocca a lui. Giacca blu e camicia bianca racconta la storia della sua scelta e le parole vanno allo spirito del Movimento, alle origini e al percorso fatto. Un grazie emozionato a Virginia Farruggia, Enzo Giudice ed Angelo Amato, gli altri tre portavoce che hanno condiviso l’esperienza in consiglio comunale. La gente rimane in silenzio, i bambini continuano a correre, le parole si fanno più chiare. Con orgoglio apre la bandiera sul palco e critica quei partiti che hanno nascosto il simbolo. Parla della lista unica e della forza di potere scegliere. Il popolo a cinque stelle applaude e quasi sposta la massa d’aria mentre ogni angolo del locale è occupato dalla folla. La politica, continua, dice di avere coalizioni di liste, ma in fondo sono tutte liste uniche, unite solo per arrivare in consiglio comunale e poi, una volta dentro, ognuno per se, come è già successo in passato. Allora viva la lista unica del movimento, con la sua coerenza e i suoi candidati che sono voce delle migliori anime della città. Pausa nel discorso, una bambina sorride perché vorrebbe salire sul palco, e poi ricomincia Morgana, e parla di sindacato vero e tutela vera degli operai, di diritti dei più deboli, di diritti dei lavoratori. Racconta la verità l’ex consigliere oggi voce di questo Movimento, dice che un Sindaco oggi non deve raccontare favole, ma garantire i servizi ai cittadini, garantire la città normale, strade, trasporto pubblico, pulizia, servizi sanitari e tutela delle persone con disabilità. La voce della gente passa nel microfono di Simone Morgana, la voce dei beni comuni e dei diritti sociali, e i cittadini non smettono di applaudire, fino al grido di chiusura, quel detto urlato e che richiama Luigi Di Maio, quella frase che dice: “Gli imbecilli dicono IO, le persone per bene dicono NOI” Ed il movimento siamo tutti noi. Dice Morgana.

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